Rocca
ambito camuno
Descrizione
Ambito culturale: ambito camuno; Italia, Lombardia
Cronologia: sec. XIX ultimo quarto
Categoria: economia e ritualità domestiche
Tipologia: rocca
Materia e tecnica: legno (taglio, scortecciatura, tornitura); cannicci (taglio, intaglio, legatura)
Misure: 90.5 cm. x Ø 7 cm.
Descrizione: L'oggetto è costituito da una lunga asta cilindrica, divisa verso un'estremità in cinque listelli formanti un ingrossamento rastremato, fermato ai due capi con del filo e allargato nel diametro massimo da un disco forato, al centro del quale passa una sottile asticella, inserita nella canna
Notizie storico-critiche: P. Scheuermeier (1996, vol. II, pp. 249-255) racconta nostalgicamente la progressiva sparizione delle attività di filatura, compiute in gruppo dalle donne e realizzate a mano o con strumenti diversi. Nella filatura mediante fuso la filatrice tendeva dalla rocca tante fibre quante ne riusciva a torcere con la punta delle dita, fino ad ottenere un filo alla cui estremità, fissata in vario modo, il fuso veniva tenuto in continua rotazione, in modo da torcere il filo più efficacemente. Il fuso veniva fatto prillare su se stesso prendendolo tra pollice ed indica ell'estremità superiore ed imprimendo ad esso una rotazione vorticosa. Egli indica l'oggetto come l'indispensabile attrezzo sul quale la filatrice disponeva il materiale per averlo a portata di mano durante la filatura. Detto "a braccio", esso poteva essere infilato nella cintura o in altre parti del vestiario o, più raramente, conficcato in elementi esterni. La tipologia descritta era la più diffusa perchè più pratica. Spesso l'estremità superiore si presentava decorata.
G. Kezich, E. Eulisse, A. Mott (2002, p. 71) ricordano che il metodo con rocca e fuso era il più antico e consisteva nella sistemazione di un pennecchio di fibra sull'ingrossamento della rocca e l'annodamento della fibra al fuso. Dopo aver posizionato la rocca sotto il braccio sinistro, mentre con la mano veniva tirato un piccolo quantitativo di fibra (spesso aiutandosi con umettatura delle dita), con la destra veniva fatto prillare il fuso. Di tanto in tanto il filo veniva avvolto alla parte centrale del fuso. Essi annotano inoltre che, spesso, la rocca variamente decorata era dono di un futuro sposo alla fidanzata.
L. Gibelli (2004, vol. I, pp. 134-136) annota l'altro nome dell'oggetto, "conocchia".
Fonti di documentazione: 3
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/beni-etnoantropologici/schede/7r030-00650/
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