Macchina da cucire
ambito Germania, fabbrica macchinari
Descrizione
Ambito culturale: ambito Germania, fabbrica macchinari; Germania
Cronologia: Sec. XX prima metà
Categoria: attività agro-silvo-pastorali
Tipologia: macchina da cucire
Materia e tecnica: Legno (assemblaggio); Acciao (fusione); Ghisa (assemblaggio)
Misure: 46 cm x 79 cm x 100 cm
Descrizione: Macchina per cucire i cappelli di trucciolo. E' costituita da un banco di legno con un profondo incavo nel centro poggiante su sostegni di ghisa. Su è montata la macchina da cucire DRESSDENSIA (di origine tedesca) sul cui lato destro si nota la puleggina a gola, solidale peraltro ad un'altra più grande e dal bordo arrotondato che serviva per il comando a mano, la quale si accoppiava mediante cinghia a sezione rotonda con la puleggia motrice del motore elettrico oppure anche alla puleggia del sistema a pedale. Questa cucitrice consta fondamentalmente di un alberino d'acciaio orizzontale solidale con la puleggina a gola citata prima; su questo è calettato un eccentrico che dà movimento per mezzo di una piccola asta e una leva superiore opportunamente sagomata alla cui estremità si trova l'asta verticale porta-ago. Accanto al piano dell'ago si trova una sorta di misurino traslabile orizzontalmente che serve a determinare la giusta sede della treccia. Sopra sono sistemati i guidafili e i tendifili, nonchè il perno in cui veniva infilata la matassa del filo stesso.
Notizie storico-critiche: E' una macchina da cucire di quelle elettriche che fanno 2-3 mila giri al minuto e che hanno in dotazione un rotolo di filo lungo 5-6 Km. Inoltre fanno il punto cosiddetto a catenella: il filo sotto il cappello è doppio, e sopra è semplice (se uno riesce a prendere il capo a un cappello di paglia e tira, quest'ultimo praticamente si scioglie). La calotta era la parte più difficile da cucire doveva essere leggermente abbondante rispetto alla forma poichè dopo il cappello doveva essere sottoposto alla pressatura ad una pressione di 6-7 atmosfere. Se era fatto male oppure troppo stretto, sotto la pressa si spaccava. La cucitura, una volta, prima dell'avvento delle macchine elettriche, veniva eseguita a mano. Mel 1945 una donna poteva pigliare L. 350 al giorno. Dopo la pressatura avveniva la guarnitura dei cappelli, ovvero si attaccavano a mano le fodere, i nastrini, il marocchino. Di solito lo facevano le bambine sottratte alla scuola o al lavoro, nell'ambito della famiglia. Per i cappelli più sofisticati prima della pressatura si faceva l'apprettatura o ingommatura per rendere più solida la paglia pressata.
Collocazione
San Benedetto Po (MN), Museo Civico Polironiano
Credits
Compilazione: Benfatti, Carlo (1986)
Aggiornamento: Rebecchi, Matteo (2011)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/beni-etnoantropologici/schede/F1080-00075/
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