Macchina per il trucciolo
ambito Italia Settentrionale, fabbrica macchinari
Descrizione
Ambito culturale: ambito Italia Settentrionale, fabbrica macchinari; Italia, Emilia-Romagna
Cronologia: Sec. XX prima metà
Categoria: attività agro-silvo-pastorali
Tipologia: macchina per il trucciolo
Materia e tecnica: Acciao (fusione); Ghisa (assemblaggio)
Misure: 85 cm x 142 cm x 117 cm
Descrizione: Macchina elettrica per la produzione del truciolo costituita da una base di ferro che comprende un piano e 4 gambe. Su di essa sono presenti 2 supporti verticali (ometti) di cui uno fisso e munito di spuntone d'acciaio, l'altro spostabile lungo ferritoia e portante all'estremità una vite registrabile. Fra i supporti , stretto tra spuntone e vite c'è il tronco di legno lungo 50 cm. Sopra il cilindro di legno, per tutta la lunghezza della macchina, corre una barra-guida sul cui alberino scorre vanti e indietro il pialletto. La barra si alza o si abbassa mediante un sistema di leve e manovelle che si trova sotto la barra stessa. Il pialletto riceve il movimento e nel contempo preme sul legno mediante molle da una leva snodata a L che ha il proprio fulcro su un alberino ruotante in 2 supporti fissi nella parte inferiore dell'intelaiatura. La leva a L riceve a sua volta movimento, mediante un'asta terminante a biella, dall'albero a collo d'oca su cui è calettato un volano d'inerzia. Per far ruotare il legno c'è una vite senza fine a eliche taglienti che penetrano nelle fibre. A farle fare piccole frazioni di giro c'è il crich collegato alla leva a L il quale imprime rotazione solo quando il pialletto torna indietro. Per assicurare aderenza al legno c'è un sistema di leve e contrappesi
Notizie storico-critiche: Quando la produzione era a livello famigliare non si andava con più di due o tre macchine perchè la forza motrice non bastava. Si lavorava in modo alternato, prima una e poi l'altra. Quando si doveva usare il tornio per la preparazione dei tronchi puliti, bisognava farlo quando le altre macchine erano ferme, cioè a mezzogiorno, perchè la macchina da sola assorbiva tutta la corrente.
Collocazione
San Benedetto Po (MN), Museo Civico Polironiano
Credits
Compilazione: Benfatti, Carlo (1986)
Aggiornamento: Rebecchi, Matteo (2011)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/beni-etnoantropologici/schede/F1080-00078/
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