Cesoie
ambito Italia Settentrionale, bottega fabbro
Descrizione
Ambito culturale: ambito Italia Settentrionale, bottega fabbro; Italia, LOMBARDIA
Cronologia: sec. XX prima metà
Categoria: attività agro-silvo-pastorali
Tipologia: cesoie
Materia e tecnica: ferro (battuto); legno (Tornito)
Misure: 180 mm x 650 mm
Descrizione: Cesoie per il ferro formate da due pezzi eguali (eccettuate in parte le ganasce) se rotati di 180° uno rispetto all'altro. I bracci sono cilindrici (diametro 20) e terminano con due impugnature di legno tornito (lunghezza 170, diametro max 45), decorate con tre sottili intacchi circolari dove sono di maggior diametro e con uno sotto la ghiera metallica di rinforzo. Dall'altra parte i due tondini si allargano fino a 40 e sono lavorati a formare una specie di cuneo tronco unito ad un cuneo minore in modo tale che la base di questo e la base minore del tronco sono complanari, come una faccia obliqua per solido; il "tagliente" del cuneo si arresta alcuni cm prima della base maggiore del tronco. Questa continua con due ganasce a forma di lunula (corda 90, distanza tra le curve 20). Una di esse ha però la lunula tronca a circa 20 dal vertice libero, e su di essa è fissata una lama ellittica con un prolungamento che copre completamente la parte rimanente della faccia con il cuneo. La lama è fissata per mezzo di due viti: una a testa tonda ribassata (diametro 18) usata come un ribattino; una seconda a testa cilindrica (diametro 11, gambo 8) usata come tale e probabilmente originaria. Il perno è costituito da una vite a testa esagonale (lato 8) chiusa da un dado troncopiramidale.
Notizie storico-critiche: Le notizie e quasi tutti i nomi dialettali sono forniti dall'informatore Ezio Pedroni, fabbro abitante a Gorgo di San Benedetto Po. Imparò dal padre dopo il 1945; il padre lavorava l'estate in fornace e l'inverno faceva lavori non impegnativi da fabbro. Il primo incudine l'ebbero recuperandolo da un autocarro tedesco dato alle fiamme durante la ritirata, poco prima che esplodesse il serbatoio. E' sempre stato solo fabbro per paura dei calci degli animali; asserisce che il maniscalco faceva mestiere molto differente da quello del fabbro.
Collocazione
San Benedetto Po (MN), Museo Civico Polironiano
Credits
Compilazione: Uggeri, Silvio (1990)
Aggiornamento: Rebecchi, Matteo (2011)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/beni-etnoantropologici/schede/F1080-00240/
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