Geometria
Africa orientale
Descrizione
Ambito culturale: Africa orientale
Cronologia: sec. XIX inizio
Categoria: economia e ritualità domestiche
Tipologia: piatto
Materia e tecnica: fibre vegetali (intreccio a spirale)
Misure: 6.5 cm x Ø 26 cm (intero)
Descrizione: Piatto in fibra vegetale, di forma circolare, ottenuto dall'intreccio a spirale degli elementi vegetali. Ha piede ad anello e disco concavo molto basso. Al centro le fibre aumentano di spessore, per poi rimpicciolirsi nuovamente in prossimità del perimetro esterno. Fibre vegetali più scure sono state intrecciate a scopo decorativo e disposte in due cerchi concentrici, uno al centro e uno a ridosso del profilo esterno.
Notizie storico-critiche: L'oggetto fa parte della raccolta araba "Giuseppe Acerbi" (Castel Goffredo 1773 - 1846), costituita da reperti etnografici e naturalistici selezionati dall'erudito e scienziato naturalista mantovano - nominato nel 1826 Console Generale d'Austria in Egitto - durante i suoi viaggi in Africa settentrionale, a cavallo fra gli anni Venti e Trenta del XIX secolo.
Per la realizzazione di questa tipologia di manufatti venivano spesso usate foglie di palma, creando contenitori per servire cibi. Ciò viene infatti riscontrato nel "Taccuino" di Acerbi, in cui viene annotato: "[...] questo buon arabo ha voluto trattarci con dattoli secchi [...] la donna apportò una pianella intessuta di foglie di dum e il bambino, dopo averne procacciate alcune manciate [... ]" (Gualtierotti P., 1984, p. 90).
La realizzazione delle canestre è un procedimento che non richiede solo la tessitura, ma anche la raccolta, la preparazione e la suddivisione dei materiali vegetali crudi. Solitamente le fibre vegetali impiegate provengono da cortecce d'alberi, steli di banani, filamenti di palma da datteri, o fibre ricavate dalle radici degli alberi. Talvolta vengono intrecciate insieme fibre annerite al fuoco o colorate di scuro al fine di produrre motivi decorativi, come nell'esemplare in esame. La creazione di questa tipologia di oggetti viene effettuata soprattutto durante la stagione secca, quando il lavoro dei campi è sospeso, ad opera di giovani e anziani che usano sedersi sulla piazza del villaggio.
Le tecniche di intreccio per stuoie, per cesti o per tessuti, tendono a generare una serie di motivi a carattere essenzialmente geometrico tanto da essere definiti "tecnomorfi", proprio perché la loro forma deriva dalla tecnica utilizzata per la realizzazione del manufatto. Gli strumenti di lavoro maggiormente impiegati sono coltelli e pettini, ma spesso si ricorre anche all'uso dei denti e delle dita dei piedi.
Collocazione
Mantova (MN), Museo Civico di Palazzo Te
Credits
Compilazione: Benini, Monica (2017); Sangiorgi, Nausicaa (2017)
Aggiornamento: Benini, Monica (2018)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/beni-etnoantropologici/schede/M0330-00005/
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