Ramo di dattero
ambito egizio
Descrizione
Ambito culturale: ambito egizio; Egitto
Cronologia: sec. XIX inizio
Categoria: economia e ritualità domestiche
Tipologia: ramo di dattero
Materia e tecnica: ramo (raccolta)
Misure: 23 cm x 68 cm (ramo n. inv. 17190338); 24 cm x 94 cm (ramo n. inv. 17190339); 41 cm x 91 cm (ramo n. inv. 17190340)
Descrizione: Gruppo di tre rami di dattero essiccati di diversa misura. Ciascun ramo è leggermente ricurvo ed è costituito da una costola centrale dalla quale si diramano ramoscelli. Su ciascun ramoscello sono ancora presenti i fiori secchi tipici della pianta nel momento di raccolta del frutto.
Notizie storico-critiche: I reperti fanno parte della raccolta araba" Giuseppe Acerbi" (Castel Goffredo 1773 - 1846), costituita da reperti etnografici e naturalistici selezionati dall'erudito e scienziato naturalista mantovano - nominato nel 1826 Console Generale d'Austria in Egitto - durante i suoi viaggi in Africa settentrionale, a cavallo fra gli anni Venti e Trenta del XIX secolo.
La palma da dattero appartiene alla famiglia delle Arecacee e il suo nome scientifico e Phoenix Dactylifera (Linneaus, 1753). È originaria delle regioni del nord Africa, con maggiore presenza in Egitto. Nelle oasi del deserto non manca mai la palma da dattero: i frutti vengono infatti definiti "la delizia del viaggiatore del deserto". Gli arabi onorano questa palma definendola anche "la sorgente della vita" e "l'albero benedetto" perché della palma da dattero si utilizza ogni parte, linfa compresa. Dal frutto, il prodotto più consumato della palma, si ricava anche una bevanda alcolica simile al vino. Acerbi stesso, durante una sosta a Derr, in Egitto, assaggia per la prima volta il vino di datteri: "(...) Ne hanno di due sorta, dicon essi. Forte che dura circa due mesi; debole che non dura più di dieci o quindici giorni. Se ne fa poi dell'aceto e dell'acqua vite buonissima (...)". (Gualtierotti P., 1984, p. 90).
Della pianta anche rami, corteccia e foglie trovano un vasto impiego come, per esempio, per la realizzazione di stuoie. Acerbi, nei suoi Taccuini, registra una maniera singolare di "(...) cogliere le passere con una specie di ventaglio fatto con rami di dattoliere. Le aspettano all'agguato dietro un muricciolo che si forma di pietra riservandosi un buco pel quale si vede il passaggio (...)". (Gualtierotti P., 1984, p. 108). I rami di dattoliere venivano utilizzati anche per costruire oggetti e costruzioni di piccola entità, ne è un esempio la tenda che Acerbi fece costruire nella Dahabia impiegando quattrocento rami di dattoliere (Carte Acerbi, Busta IX, fasc. II, cartella n. 18, p. 11).
Collocazione
Mantova (MN), Museo Civico di Palazzo Te
Credits
Compilazione: Benini, Monica (2017); Sangiorgi, Nausicaa (2017)
Aggiornamento: Benini, Monica (2018)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/beni-etnoantropologici/schede/M0330-00032/
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