Vanga
Descrizione
Ambito culturale: ambito alto-brianzolo, Lombardia
Cronologia: sec. XIX seconda metàsec. XX prima metà
Categoria: attività agro-silvo-pastorali
Tipologia: vanga
Materia e tecnica: ferro (riscaldamento, battitura, forgiatura, molatura, tempratura, ribattitura); legno (taglio, scortecciatura, levigatura)
Misure: 35,7 cm. x 171 cm.
Descrizione: L'attrezzo è formato da un lungo manico in legno, cilindrico e diritto, la cui estremità inferiore è inserita nell'occhiello della lama. La lama in ferro è a forma di scudo triangolare, piatta, disposta lungo la stessa direzione del manico e dall'estremità appuntita. I lati dell'occhiello in cui è inserito il manico è rinforzato su ambi i lati da una lamina ribattuta a caldo. Lungo un lato del bordo superiore della lama è applicata una staffa rettangolare
Notizie storico-critiche: P. Scheuermeier (1980, vol. I, pp. 90-91) scrive che la lama della vanga poteva anche essere rettangolare oppure trapezoidale; per scopi speciali poteva anche essere quadrangolare, più raramente pentagonale. In alcuni casi la staffa su cui esrecitare la pressione del piede per scavare nella terra poteva essere costituita da una stecca di legno o in ferro, applicata orizzontalmente al manico, alcuni centimetri sopra la lama. Per terreni tenaci e pesanti si preferivano vanghe dalla lama appuntita, mentre per terreni leggeri lame arrotondate o quadrate.
M. Galimberti (2000, p. 87) informa che, sui ronchi delle colline dell'Alta Brianza e nelle parti del campo non raggiungibili con gli attrezzi, la lavorazione del terreno precedente alla semina veniva svolta a mano con la vanga.
L'informatore Romeo Riva (2024) racconta che la famiglia dei contadini Appiani da cui proviene la vanga in oggetto era conosciuta col soprannome #Venezia#, poiché provenivano da quella zona. Nei dintorni di Lecco vi erano in passato numerose fucine da ferro, mosse dall'energia idraulica dei tre torrenti che nascono alle pendici della Grigna e che attraversano la città. Riferisce che la staffa su cui esercitare pressione col piede per affondare la lama della vanga nella terra era detta gergalmente #gambero#. Eventuali utilizzatori mancini avrebbero usato l'attrezzo ponendo la staffa sulla sinistra. Il manico era prodotto dai contadini stessi con legno resistente e leggero, che veniva lisciato bene per evitare che l'uso provocasse tagli alle mani.
Fonti di documentazione: 2/ 3
Collocazione
Galbiate (LC), Museo Etnografico dell'Alta Brianza - MEAB
Credits
Compilazione: Capra, Michela (2024)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/beni-etnoantropologici/schede/SWDO1-00015/
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