Piantatore

ambito alto-brianzolo

Piantatore

Descrizione

Ambito culturale: ambito alto-brianzolo, Lombardia

Cronologia: sec. XIX seconda metà

Categoria: attività agro-silvo-pastorali

Tipologia: piantatore

Materia e tecnica: legno di corniolo (taglio, scortecciatura, levigatura, intaglio)

Misure: 14,5 cm. x 22 cm. x Ø 3,6 cm.

Descrizione: L'oggetto è ricavato entro un frammento di un ramo di corniolo a forma di L: l'impugnatura e la parte lavorante sono disposte a 90°. L'estremità inferiore della parte lavorante è appuntita per favorire la penetrazione dei semi di mais alcuni centimetri sotto terra

Notizie storico-critiche: M. Galimberti (2000, pp. 87-88) scrive che alla semina del mais partecipava tutta la famiglia allargata, composta da tre generazioni: il capofamiglia (#ul regiùu#), i figli con le mogli e i bambini. Compito dell'uomo era tracciare le linee per la semina con il grande rastrello a tre denti, il #rigón# o #restelón#. Su queste tracce, le donne procedevano a seminare il mais (#pientà ul furmentón#) con il #ficón#, detto anche #cavìc#. A questo lavoro partecipavano anche i bambini che, con i chicchi in una tasca del grembiule, ne ponevano uno per ogni buco. Era uso lasciare nel campo di granoturco una piccola porzione a orto per verze, fagioli, patate, nonché per il ravizzone, utile per l'allevamento del baco da seta. Gradualmente vennero introdotte seminatrici meccaniche su ruote, che permettevano di seminare contemporaneamente due file di granoturco.
L'informatore Romeo Riva (2024) racconta che il lavoro di semina manuale col piantatore era assai faticoso e si protraeva per i 654 mq di ogni pertica, unità di misura poderale dell'Alta Brianza. L'attrezzo era autorealizzato utilizzando il legno duro e resistente del corniolo, molto diffuso nel territorio di Galbiate e Oggiono, di cui a fine estate si mangiavano i frutti rossi.
Fonti di documentazione: 2/ 3

Collocazione

Galbiate (LC), Museo Etnografico dell'Alta Brianza - MEAB

Credits

Compilazione: Capra, Michela (2024)

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