Crivello
ambito brianzolo
Descrizione
Ambito culturale: ambito brianzolo, Lombardia
Cronologia: sec. XX prima metà
Categoria: attività agro-silvo-pastorali
Tipologia: crivello
Materia e tecnica: legno (taglio, curvatura, inchiodatura); ferro (stampo, trafilatura); tessuto (cordatura); lamina metallica (stampo); gomma (stampo, ritaglio, inchiodatura)
Misure: 10,5 cm. x Ø 111 cm.
Descrizione: L'oggetto, a sezione circolare, è formato da una sponda lignea bassa, a sezione rettangolare, costituita da un'asse ricurva assicurata alle due estremità mediante inchiodatura. Alla sponda, grazie a un copertone di bicicletta di recupero, è fissata una rete metallica a maglie sottili quadrate. In tre punti della sponda è stato praticato un foro, in cui è inserita l'estremità inferiore delle tre corde per appendere l'attrezzo al soffitto o a un'asta orizzontale. Due di queste corde sono costituite da cinghie di tapparelle recuperate, assicurate alla sponda con lamine di rinforzo, ritagliate entro confezioni metalliche stampate
Notizie storico-critiche: L'etnografo svizzero Paul Scheuermeier (1980, vol. I, p. 140) scrive che, negli anni Venti del Novecento, il crivello dai fili metallici era il più diffuso, soprattutto nel nord Italia, dove aveva soppiantato in gran parte i tipi tradizionali in cuoio o sottili verghe di rami.
M. Galimberti (2000, pp. 95-96) scrive che, dopo l'essiccazione, i grani di mais venivano setacciati prima con il grande crivello (#se cribiàva#), poi col setaccio più piccolo (#ul crìbi#) per eliminare polvere, sassolini, semi di erbe spontanee o pellicole residue. Quindi, venivano riposti entro grandi sacchi di iuta e portati al mulino.
Fonti di documentazione: 3
Collocazione
Galbiate (LC), Museo Etnografico dell'Alta Brianza - MEAB
Credits
Compilazione: Capra, Michela (2024)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/beni-etnoantropologici/schede/SWDO1-00025/
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