Solforatrice a soffietto
Descrizione
Cronologia: sec. XX inizio
Categoria: attività agro-silvo-pastorali
Tipologia: solforatrice a soffietto
Materia e tecnica: legno (taglio, sagomatura, foratura, levigatura, pittura, inchiodatura); ferro (riscaldamento, stampo, saldatura a caldo); cuoio (conciatura, taglio, inchiodatura)
Misure: 20,5 cm. x 19 cm. x 65,2 cm.
Descrizione: L'utensile è costituito da due tavolette di legno di uguale misura e forma, perlopiù di cuore, munite ciascuna di maniglia di presa e unite da un mantice in cuoio. All'estremità anteriore le due tavole sono incernierate da una striscia di cuoio che le avvolge tutt’attorno. All'estremità incernierata è inserito un tubo cilindrico aperto, munito di valvola per l'ingresso dell'aria. Sul lato esterno di una delle tavolette è fissato un serbatoio in ferro, collegato al lungo becco cilindrico per l'espulsione dello zolfo
Notizie storico-critiche: P. Scheuermeier (vol. I, pp. 152-153) riporta che, negli anni Venti e Trenta del Novecento, la lotta contro le malattie e i parassiti era l'attività che maggiormente occupava il contadino viticoltore. In alternativa al verderame, i grappoli d'uva venivano cosparsi più volte di zolfo, soffiato direttamente sugli acini.
A. De Battista (2000, p. 227) scrive che, in Alta Brianza, quando il grappolo (#la gràpa#) prendeva forma e cominciavano a crescere gli acini (#pinciröö#/ #pinciaröö#) sulle viti si spargeva lo zolfo (#ul zùlfer#) con la solforatrice a spalla (#màchina de zulfegà#) o con quella a soffietto (#ul bufèt#). Il trattamento con lo zolfo, che serviva a proteggere l'uva dai parassiti, veniva sospeso un mese prima della vendemmia. Sia il verderame che lo zolfo venivano usati soprattutto sui vitigni di origine europea che erano esposti all'aggressione dei crittogami, mentre molto poco sui vitigni di origine americana, come il Clinton, con cui avevano sempre convissuto e a cui erano divenuti resistenti.
G.B. Muzzi (2003, p. 125) riferisce che il trattamento dei grappoli con lo zolfo avveniva di norma tre o quattro giorni dopo quello col verderame. Verso la fine degli anni Quaranta fu immesso sul mercato un prodotto solubile contenente sia solfato di rame che zolfo, molto efficace contro le malattie parassitarie. Tuttavia si tendeva a intervenire ancora con soffietto e zolfo verso la metà di luglio, direttamente sui grappoli.
Fonti di documentazione: 3
Collocazione
Galbiate (LC), Museo Etnografico dell'Alta Brianza - MEAB
Credits
Compilazione: Capra, Michela (2024)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/beni-etnoantropologici/schede/SWDO1-00028/
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