Coltello da innesto
ambito alto-brianzolo
Descrizione
Ambito culturale: ambito alto-brianzolo, Lombardia
Cronologia: sec. XX inizio
Categoria: attività agro-silvo-pastorali
Tipologia: coltello da innesto
Materia e tecnica: ferro (riscaldamento, forgiatura, tempratura, molatura); osso (taglio, intaglio, sagomatura, inchiodatura)
Misure: 1,6 cm. x 1 cm. x 16,5 cm.
Descrizione: L'oggetto è un coltello a lama mobile, ripiegata nel manico quando il coltello è chiuso, fissata ad esso dopo una rotazione di 180° su un perno, quando è aperto. La lama è corta, di forma rettangolare, affilata su un lato. Lungo le due facce del manico è stato applicato mediante inchiodatura il rivestimento in legno, dalla superficie arrotondata per favorirne la presa
Notizie storico-critiche: A. De Battista (2000, p. 227) scrive che il coltello per innestare (#insedé#) aveva la particolarità di non finire a punta, ma con un taglio affilato, adatto a incidere i rami. L'innesto si faceva sempre in primavera, ma le talee da innesto (#cavèt#) veniano tagliate prima: il ramo, scelto da una vite di buona qualità, si teneva in cantina, al fresco e all'umido, per conservarlo bene fino al momento dell'innesto. Nel terzo anno dall'innesto e, quindi, dopo quattro o cinque anni dall'interramento del ramo selvatico, la vite produceva i primi grappoli e, se era di buona qualità, continuava a produrne per alcuni decenni.
G.B. Muzzi (2003, p. 22) riferisce che un tempo, quando si piantavano le talee ricavate dalla pianta della vite, la nuova piantina aveva vita breve, poiché nel giro di due o tre anni veniva attaccata dalla fillossera. Le piantine selvatiche, invece, erano più resistenti e adatte a fare da supporto a varietà più pregiate. Dopo un anno di vita, mediante un breve coltello dalla lama molto affilata come quella di un rasoio, vi erano inseriti gli innesti della qualità di vite o di uva che si voleva ottenere.
Fonti di documentazione: 3
Collocazione
Galbiate (LC), Museo Etnografico dell'Alta Brianza - MEAB
Credits
Compilazione: Capra, Michela (2024)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/beni-etnoantropologici/schede/SWDO1-00030/
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