Carrucola

Carrucola

Descrizione

Ambito culturale: ambito alto-brianzolo, Lombardia

Cronologia: sec. XX prima metàsec. XX prima metà

Categoria: attività agro-silvo-pastorali

Tipologia: carrucola

Materia e tecnica: ferro (riscaldamento, forgiatura, foratura, tornitura); canapa (cordatura, taglio)

Misure: 3 cm. x 24 cm. x Ø 6,5 cm.

Descrizione: Il dispositivo è formato da una staffa fissa rettangolare, chiusa a molla all'estremità superiore e forata nella parte inferiore per l'inserimento del perno che attraversa la rotella. Quest'ultima è concava lungo la circonferenza per lo scorrimento della fune. All'estremità superiore della staffa è annodata una corda in canapa ritorta

Notizie storico-critiche: A. De Battista (2000, pp. 176-177) scrive che dai prati magri di montagna i fasci di fieno (#fas#) venivano mandati a valle con funi metalliche fisse. Per preparare il #fas# "da far volare" si stendeva uno strato di frasche sopra le quali si disponeva il fieno ben messo e lo si legava con attenzione, in modo che non si sfasciasse durante il volo e il successivo trasporto dal punto di arrivo della fune (#cürlu#) al fienile. Il #fas# veniva legato con una corda che aveva, a uno dei capi, una carrucola (#giréla#/ #rüzzéla#) . La carrucola veniva appoggiata sulla fune in pendenza e quindi lasciata andare; in questo modo il fieno raggiungeva il #cürlu# e da qui era trasportato al fienile con il carro, con slitte o a spalla.
M. Capra (2013, p. 47) scrive che, prima dell'introduzione delle teleferiche, il trasporto dei tronchi verso le strade ai piedi della montagna avveniva dapprima mediante dei ganci appesi a robusti fili tesi da monte a valle, poi per mezzo di carrucole scorrevoli su corde sottili in fili d'acciaio.
L'informatore Romeo Riva (2024) ricorda che, fino al 1951 circa, il fieno falciato nei prati magri del Monte Barro veniva calato in località Camporeso di Galbiate mediante carrucole e cordine o teleferiche. In merito alla canapa, rammenta che fino alla metà del Novecento si coltivava comunemente anche in Alta Brianza. Oltre a utilizzarla per farne tela o corda dopo un lungo lavoro di macerazione, essiccazione e pettinatura, se ne mangiavano i semi (#caneùsa#).
Fonti di documentazione: 2/ 3

Collocazione

Galbiate (LC), Museo Etnografico dell'Alta Brianza - MEAB

Credits

Compilazione: Capra, Michela (2024)

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