Paiolo

Verbano-Cusio-Ossola/Val Maggia/Valtellina, bottega di tornitore di laveggio

Paiolo

Descrizione

Ambito culturale: Verbano-Cusio-Ossola/Val Maggia/Valtellina, bottega di tornitore di laveggio, Piemonte/Lombardia

Cronologia: sec. XX prima metà

Categoria: economia e ritualità domestiche

Tipologia: paiolo

Materia e tecnica: laveggio (sbozzatura, tornitura); ferro (forgiatura, saldatura); pittura nera (pittura su laveggio)

Misure: 16.5 cm x Ø 32 cm

Descrizione: Il paiolo ha forma troncoconica e la circonferenza del bordo superiore è maggiore di quella del fondo, leggermente tondeggiante. Il bordo superiore e la base sono rinforzati ciascuno con una banda in ferro orizzontale, mentre verticalmente, sulla parete, sono poste altre bande terminanti all'estremità superiore con un foro, entro cui è fissato il manico ad arco. Le crepature sul fondo e sulle sponde sono state riparate con del filo di ferro

Notizie storico-critiche: P. Scheuermeier (1980, vol. II, pp. 20-21, 23.24) riferisce che la fabbricazione delle pentole di laveggio (o pietra ollare) in Val d'Ossola, Val Peccia (Val Maggia) e Val Malenco (Valtellina) presupponeva la presenza in loco della materia prima, estratta dalle miniere e lavorata al tornio nelle capanne. I cibi cotti nelle pentole di laveggio erano rinomati per essere più saporiti e per mantenersi caldi più a lungo. Secondo le testimonanze raccolte tra gli informatori, dopo essere state prodotte dalle industrie locali, venivano diffuse da pentolai e conciabrocche ambulanti, che si spinsero fino alla Lombardia meridionale, al Veneto e al Friuli. Scomparse per usi culinari durante la prima metà del Novecento, continuarono ad essere utilizzate per altri motivi, per esempio come contenitori dagli artigiani.
Fonte di documentazione: 3

Collocazione

Montichiari (BS), Museo Demologico Giacomo Bergomi

Credits

Compilazione: Capra, Michela (2002)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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