Scaldino

montagna bresciana, bottega di fabbro ferraio (#frér#)

Scaldino

Descrizione

Ambito culturale: montagna bresciana, bottega di fabbro ferraio (#frér#), Lombardia

Cronologia: sec. XX prima metà

Categoria: economia e ritualità domestiche

Tipologia: scaldino

Materia e tecnica: ferro (forgiatura); rame (stampo, forgiatura); stagno (stagnatura); legno (taglio, scortecciatura, intaglio, inchiodatura)

Misure: 46 cm x Ø 18 cm

Descrizione: La forma del recipiente è troncoconica. La circonferenza del bordo superiore rilevato è maggiore di quella del fondo, leggermente tondeggiante. Alla sponda sono uniti medainte brasatura quattro archetti in ferro, uniti al centro. Alla sponda, è assicurato il manico troncoconico cavo, entro cui è inserito il prolungamento in legno. L'interno è stagnato

Notizie storico-critiche: P. Scheuermeier (1980, vol. II, pp. 78-79) informa che il letto veniva scaldato in diversi modi, a seconda dei bisogni e del livello di vita. Molti contadini non scaldavano mai il proprio letto, dacché non lo ritenevano igienico. Le camere da letto erano tuttavia umide e, quando mancavano le stufe e la casa era mal riscaldata, era un'operazione necessaria. Lo scaldino veniva appoggiato alla base del trabiccolo (#mònega#), che teneva sollevato il lenzuolo superiore. In luogo degli archetti di ferro applicati alla sponda, lo scaldaletto poteva presentare un coperchio forato e talvolta decorato: veniva impugnato per il manico e passato più volte tra le coperte e il materasso, cioè tra le due lenzuola, fino a che il letto non era asciutto e caldo.
G.B. Muzzi (2001, p. 34) ricorda che quest'ultimo sistema, sicuramente più macchinoso, veniva impiegato in sostituzione della #mònega#.
Fonti di documentazione: 3

Collocazione

Montichiari (BS), Museo Demologico Giacomo Bergomi

Credits

Compilazione: Capra, Michela (2002)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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