Rocchetto di filatoio a pedale

Pietroboni Girolamo (tornitore)

Rocchetto di filatoio a pedale

Descrizione

Autore: Pietroboni Girolamo (tornitore)

Ambito culturale: alta Val Camonica, Lombardia

Cronologia: sec. XX prima metà

Categoria: economia e ritualità domestiche

Tipologia: rocchetto di filatoio a pedale

Materia e tecnica: legno (taglio, scortecciatura, tornitura); filo di cotone (filatura, sbiancatura)

Misure: 12 cm x Ø 9 cm

Descrizione: Il rocchetto, di forma cilindrica, è ricavato entro un unico pezzo di legno, forato al centro. E' formato da due basi circolari e tornite, fra loro parallele. Tra le basi vi è il passante cilindrico, leggermente bombato, attorno a cui è avvolto del filo di cotone bianco

Notizie storico-critiche: P. Scheuermeier (1980, vol. II, pp. 256-265) riferisce che il filatoio orizzontale era molto diffuso nella zona alpina, rintracciabile accanto a filatoi più moderni. In alcune zone, il filatoio sostituì il fuso in modo naturale giacché il suo rendimento era di molto maggiore; altrove, il fuso era preferito al filatoio perché permetteva di lavorare all'aria aperta o perché la stalla non poteva ospitare tante donne accompagnate da filatoio. Progressivamente, lo strumento andò in disuso a causa della recessione delle coltivazioni di lino e canapa e della diffusione delle industrie tessili. Tuttavia, negli anni Venti del XX secolo, in certe località si perpetuava la pratica della filatura a mano della lana mediante rocca e fuso, per il fabbisogno famigliare di indumenti.
G. Kezich, E. Eulisse, A. Mott (2002, pp. 70-73) informano che l'operazione della filatura veniva realizzata prevalentemente durante l'inverno, quando rallentavano le attività agricole e silvo-pastorali. Il prodotto filat

Collocazione

Montichiari (BS), Museo Demologico Giacomo Bergomi

Credits

Compilazione: Capra, Michela (2003)

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