Sponderuola

ambito bresciano, (ceppo e bietta) bottega di falegname (#marengù#), (piastra in ferro) bottega di fabbro ferraio (#frér#)

Sponderuola

Descrizione

Ambito culturale: ambito bresciano, (ceppo e bietta) bottega di falegname (#marengù#), (piastra in ferro) bottega di fabbro ferraio (#frér#), Lombardia

Cronologia: sec. XX prima metà

Categoria: attività artigianali

Tipologia: sponderuola

Materia e tecnica: legno (taglio, scortecciatura, intaglio, piallatura); ferro (forgiatura, molatura)

Misure: 2.5 cm x 28.1 cm x 10.4 cm

Descrizione: L'arnese è formato da un ceppo ligneo parallelepipedico, recante al centro un foro e, sotto quest'ultimo, una feritoia. Nel foro è inserita una piastra di ferro a scalpello che fuoriesce dalla feritoia, bloccata da un cuneo in legno detto #bietta#. Il fondo è piatto, mentre gli angoli superiori modanati

Notizie storico-critiche: G. Sebesta (1991, pp. 586-589) informa che le pialle d'epoca romana non differivano da quelle odierne: un affresco rinvenuto a Pompei mostra un falegname intento a lisciare un pezzo di legno. Nella "Costruzione dell'Arca di Noè" del pittore d'età moderna Jacopo Bassano, viene confermata la validità e continuità dell'arnese.
Lo spessore e la larghezza dei trucioli dipendevano da quelli del ferro a scalpello e dalla sua inclinazione. La scarsa larghezza del ceppo e del ferro a tagliente o leggermente diritto permettevano di strappare trucioli più consistenti. Alcune pialle scavavano canali concavi oppure sagomavano superifici convesse. Per poter piallare in modo razionale, il falegname si serviva di una panca lunga e larga dotata di quattro o sei gambe d'appoggio, sul cui piano erano allineati numerosi buchi quadrati. In essi si inseriva un quadro di ferro lungo un palmo, assicurato all'altezza desiderata ad una molla, detto gergalmente #cane#.
Fonte di documentazione: 3

Collocazione

Montichiari (BS), Museo Demologico Giacomo Bergomi

Credits

Compilazione: Capra, Michela (2003)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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