Portacote
montagna bresciana, (bossolo) bottega di falegname, (gancio) fucina di fabbro ferraio
Descrizione
Ambito culturale: montagna bresciana, (bossolo) bottega di falegname, (gancio) fucina di fabbro ferraio, Lombardia
Cronologia: sec. XX prima metà
Categoria: attività agro-silvo-pastorali
Tipologia: portacote
Materia e tecnica: legno (taglio, sramatura, scortecciatura, tornitura, foratura, raschiatura); ferro (riscaldamento, forgiatura, tempratura, brunitura)
Misure: 22.5 cm x Ø 5.9 cm
Descrizione: Bossolo tornito cavo di forma cilindrica, terminante con una punta rilevata anch'essa cilindrica. Sulla parete posteriore piatta, più larga rispetto al bossolo, è stato fissato mediante incollaggio un gancio in ferro curvato, precedentemente assicurato con tre chiodi.
Notizie storico-critiche: P. Scheuermeier (1980, vol. I, p. 58) informa che la cote era uno strumento indispensabile per il falciatore, che la utilizzava per affilare la lama della falce fienaia durante il lavoro nel prato. In Italia settentrionale, il portacote poteva essere di forma e materiale diversi: corni di bue cavi, foderi in legno cilindrici o piatti su un lato, terminanti sul fondo con uno sperone per piantare l'attrezzo nel prato, e, in tempi più recenti, barattoli di latta, rotondi o ovali, che andarono progressivamente a sostituire quelli più vecchi.
L. Gibelli (1996, p. 65) riferisce che lo sperone, consentendo al portacote di rimanere in posizione verticale, permetteva di evitare che l'acqua in esso contenuta si rovesciasse. L'operazione di affilatura della falce consentiva ai contadini di beneficiare di un momento di riposo dal lavoro, comunque attentamente sorvegliato dalle guardie campestri.
Fonti di documentazione: 3
Collocazione
Montichiari (BS), Museo Demologico Giacomo Bergomi
Credits
Compilazione: Capra, Michela (2010)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/beni-etnoantropologici/schede/XO040-02599/
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