Zangola rotatoria

montagna bresciana, bottega di falegname, (cerchi) fucina di fabbro ferraio

‹ precedente | 2890 di 2 | successivo ›

Zangola rotatoria

Descrizione

Ambito culturale: montagna bresciana, bottega di falegname, (cerchi) fucina di fabbro ferraio, Lombardia

Cronologia: sec. XX prima metà

Categoria: attività agro-silvo-pastorali

Tipologia: zangola rotatoria

Materia e tecnica: legno (riduzione in assi, taglio, sagomatura, scortecciatura, commettitura); legno (inchiodatura); ferro (riscaldamento, taglio, bollitura)

Misure: 41.4 cm x 61.7 cm x 77.5 cm x Ø 42 cm

Descrizione: Botte cilindrica a doghe cerchiate in ferro, attraversata da un albero in legno, di cui fuoriescono le estremità poggiando sugli incavi ricavati alla sommità di due gambe d'appoggio a sezione rettangolare, a loro volta poggianti su due assi trasversali e tra loro parallele. Esse sono assicurate mediante commettitura con due bastoni cilindrici scortecciati. Ad una delle estremità dell'albero è assicurata la manovella mediante una spina in legno. All'interno della botte sono fissate alla sponda alcune assicelle con due fori circolari, atte a favorire lo sbattimento della panna. Sulla sponda esterna è stata ricavata un'apertura per l'introduzione della panna, munita di un anello in ferro per la presa e di un sistema di chiusura a gancio. Accanto, è ricavato un foro con tappo per il controllo della formazione della pasta di burro in corso di operazione.

Notizie storico-critiche: P. Scheuermeier (1980, vol. I, pp. 33-34) riferisce che le zangole rotatorie più grandi potevano anche essere appoggiate al muro della malga. Rispetto al sistema rotatorio della zangola formata dalla botte a tamburo, quello del cassone munito internamente di pale è più moderno. Esso sembra derivare da un modello tedesco, nonostante testimonianze raccolte in Piemonte ne rivendichino l'importazione dalla Francia. Nei caseifici, la zangola rotatoria era mossa mediante una ruota idraulica esterna e, nella pianura lombarda, azionata da un cavallo che girava.
G. Bergomi (audiocassetta n° 4, lato A) ricorda che i mandriani delle montagne bresciane, bergamasche e trentine quando si recavano a svernare nella pianura portavano con sé gli strumenti necessari alla produzione di burro e formaggio.
Fonti di documentazione: 2/ 3

Collocazione

Montichiari (BS), Museo Demologico Giacomo Bergomi

Credits

Compilazione: Capra, Michela (2010)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

‹ precedente | 2890 di 2 | successivo ›

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).