Telaio
ambito cremonese
Descrizione
Ambito culturale: ambito cremonese; Italia, Lombardia
Cronologia: sec. XIX fine
Categoria: economia e ritualità domestiche
Tipologia: telaio
Materia e tecnica: legno di noce (taglio, scortecciatura, squadratura, piallatura, levigatura, incastro); legno di olmo (taglio, scortecciatura, squadratura, piallatura, levigatura, tornitura); legno di robinia (taglio, scortecciatura, squadratura, piallatura, levigatura, incastro); legno di rovere (taglio, scortecciatura, squadratura, piallatura, levigatura, incastro); canapa (pettinatura, cordatura)
Misure: 157 cm x 184 cm x 190 cm
Descrizione: Il telaio manuale, di tipo orizzontale a due licci mossi da pedali, ha una struttura portante composta da longheroni, traverse e montanti uniti ad incastro. Sui montanti del retro e del fronte sono allocati i subbi circolari per svolgere l'ordito e avvolgere il tessuto. Al sommo dei montanti centrali sono incastrate due traverse: su una è imperniata la cassa battente che porta il pettine, all'altra sono appese le carrucole collegate ai due licci e ai pedali.
Notizie storico-critiche: Enrico Orlandelli di Rivarolo del Re (CR) informa che questo telaio fu usato da Nazzari Clementina, nata nel 1928 e anch'essa vissuta a Rivarolo del Re. Iniziò a tessere a quattordici anni e continuò fin dopo il matrimonio, a ventisei anni d'età. Realizzava tela, lenzuola e coperte. Il telaio, usato anche dalla madre, apparteneva alla famiglia da generazioni.
Il telaio fu acquistato insieme all'orditoio (invn 01.14.329) nel 1971 a Rivarolo del Re ( Cr ), per la somma di £ 60.000, dai Sigg. Becchi Casimiro, Del Ninno Aldo, Ferrari Francesco e Marchini Giacomo. Fu successivamente donato al Museo.
P. Scheuermeier (1980, vol. II, pp. 284-286) riferisce che l'incastellatura, a forma di prisma o di cubo, circondava tutte le varie componenti del telaio per la tessitura della tela. Due alti sostegni laterali verticali portavano in cima le due stanghe trasversali per i licci e il battente. Nei telai più moderni i due sostegni si trovavano al centro oppure nell'angolo posteriore dell'incastellatura e in alto recavano un braccio rivolto anteriormente o posteriormente. I subbi dell'ordito e del tessuto si trovavano quasi sempre sullo stesso piano. Una volta che il rotolo di tela era finito, affinché non desse fastidio alla tessitrice, di tanto in tanto si toglieva il tessuto dal subbio e lo si arrotolava su una stanga trasversale appoggiata o appesa in fondo all'intelaiatura. La tela già tessuta passava sopra una trave trasversale collocata davanti al petto della tessitrice, prima di essere avvolta sul subbio del tessuto posto più in basso.
Lo scrittore riferisce altresì che in Italia settentrionale, specialmente nelle zone maggiormente industrializzate, nella prima metà del Novecento la tessitura a telaio era ormai scomparsa. Erano le donne solitamente a praticare questo mestiere, anche se vi erano tessitori di professione. In Lombardia, il prodotto industriale andò progressivamente a soppiantare la tessitura domestica.
Collocazione
Pescarolo ed Uniti (CR), Museo del Lino
Credits
Compilazione: Piccioni, Gentile (1985)
Aggiornamento: Capra, Michela (2015)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/beni-etnoantropologici/schede/Z0010-02170/
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