Trinciafoglia
Descrizione
Ambito culturale: pianura bresciana; Italia, Lombardia
Cronologia: sec. XX prima metàsec. XX prima metà
Categoria: attività agro-silvo-pastorali
Tipologia: trinciafoglia
Materia e tecnica: legno (taglio, intaglio, commettitura, inchiodatura); ferro (riscaldamento, forgiatura, molatura)
Misure: 19 cm x 1055 cm x 77 cm (intero)
Descrizione: Cassone a forma di parallelepipedo a sezione quadrata, munito di coperchio richiudibile, sorretto da quattro gambe tenute ferme da due traverse. Sul lato destro una manovella in legno è collegata ad un ingranaggio dentato unito ad un albero interno. Sul fronte, una leva mobile regge la lama con costola di rinforzo.
Notizie storico-critiche: P. Scheuermeier (1980, vol. I, p. 62) indica che lo stesso attrezzo veniva usato anche per la trinciatura del foraggio per gli animali.
G.B. Muzzi (2001, p. 120) informa che, a partire dall'inizio del loro ciclo di vita (sümènså), i bachi da seta crescevano velocemente in dimensioni, necessitando ripetutamente di foglie di gelso. Per questo, i contadini tenutari dei bachi dovevano recarsi spesso presso i filari, che erano stati assegnati loro dai padroni del fondo. Aggiunge che il cassone del trinciafoglia era dotato di un coperchio superiore e che, all'interno, era collocato un pistone ligneo atto a spingere le foglie verso l'apertura. La falce fissata alla leva era solitamente di recupero.
Fonti di documentazione: 3
Collocazione
Mairano (BS), Museo della Civiltà Contadina "Dino Gregorio"
Credits
Compilazione: Capra, Michela (2010)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/beni-etnoantropologici/schede/v2010-00142/
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