Macinacaffè
ambito europeo
Descrizione
Ambito culturale: ambito europeo
Cronologia: sec. XX prima metà
Categoria: economia e ritualità domestiche
Tipologia: macinacaffè
Materia e tecnica: ferro (stampo, pittura); lega metallica (stampo); legno (taglio, tornitura, pittura)
Misure: 21.5 cm x Ø 11.4 cm (intero)
Descrizione: Contenitore di forma cilindrica, dipinto di colore arancione, munito di scanalature sulla superficie, aperto alla sommità dove in una tramoggia sono inseriti gli ingranaggi per la macinazione. La tramoggia è protetta da un coperchio semisferico apribile. Gli ingranaggi sono collegati ad una manovella ricurva, terminante con un pomolo tornito.
Notizie storico-critiche: P. Scheuermeier (1980, vol. II, pp. 18, 30) informa che i vecchi materiali usati per la costruzione di utensili e stoviglie da cucina, come legno, rame, bronzo, pietra, terracotta, sono stati progressivamente sostituiti da materiali più duraturi e ad un tempo meno costosi: il ferro smaltato, l'alluminio, e le altre leghe metalliche, adatti ad essere usati sulla stufa e non più sul focolare aperto. Realizzati industrialmente in serie, superavano i confini regionali e nazionali. Le modalità di trasformazione delle vecchie forme alle nuove sono difficili da definire in modo certo, così come le aree di diffusione. D'altra parte, le zone più legate alle tradizioni e meno intaccate dalla moderna industrializzazione, nella prima metà del Novecento conservavano ancora utensili e strumenti da cucina intagliati nel legno. L'arredo e gli utensili da cucina dipendevano strettamente dalla zona e dalle condizioni economiche e culturali della famiglia. In Italia settentrionale, negli anni Venti del Novecento, era facile trovare cucine contadine dotate semplicemente di un paiolo di rame, di alcune ciotole lignee con cucchiaio e di un recipiente per l'acqua. Le cucine appartenenti a famiglie benestanti, invece, erano provviste degli attrezzi per preparare le specialità culinarie locali e di stoviglie moderne di provenienza extra-locale.
G.B. Muzzi (2001, p. 37) informa che i chicchi di orzo o di caffè, prima di essere macinati, venivano tostati in modo omogeneo nel tostacaffè. Una volta macinati, la bevanda veniva preparata nel pentolino. Prima di berla, era bene filtrarla con il colino. Poiché non era solitamente molto concentrata, la si rinforzava con della grappa casereccia o del vino rosso.
Fonti di documentazione: 3
Collocazione
Mairano (BS), Museo della Civiltà Contadina "Dino Gregorio"
Credits
Compilazione: Capra, Michela (2010)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/beni-etnoantropologici/schede/v2010-00283/
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