Cesta
pianura bresciana
Descrizione
Ambito culturale: pianura bresciana; Italia, Lombardia
Cronologia: sec. XX prima metà
Categoria: economia e ritualità domestiche
Tipologia: cesta
Materia e tecnica: rami di salice (potatura, macerazione, scortecciatura, intreccio, torcitura)
Misure: 40 cm x 65.8 cm x 44.5 cm (intero)
Descrizione: Il recipiente è a sezione ovale, leggermente schiacciato lungo i due lati maggiori della bocca. Il perimetro della bocca è maggiore di quello del fondo e la sponda è inclinata verso l'alto. L'ossatura è costituita da verghe verticali, a cui sono state intrecciate le verghe orizzontali del fondo e della sponda. Lungo i due punti più stretti contrapposti della sponda emerge il manico ad arco, costituito dai prolungamenti delle verghe verticali dell'ossatura, che sono state ritorte.
Notizie storico-critiche: I. Sordi (2006, pp. 47-51) scrive che i cestai realizzavano col vimini cesti delle più diverse forme e dimensioni: gerli per il trasporto a spalla, contenitori trasportati dai muli, cestoni da slitta e da carro agricolo, per granaglie, per la biancheria, intrecci protettivi di fiaschi e damigiane, gabbie per uccelli, alveari, nidi, nasse per la pesca, mobili, culle, carrozzelle. L'arte del cestaio è rimasta sempre a livello popolare ed è sempre stata tramandata per la via dell'esempio e dell'osservazione diretta. Nel lavoro di intreccio venivano utilizzati diversi materiali vegetali, specialmente le varietà di salice spontanee o coltivate, le cui bacchette venivano utilizzate scortecciate o conservando la corteccia. Nelle zone di montagna, inoltre, venivano usati polloni di castagno, robinia, nocciolo, sanguinella, viburno, ligustro, lamine di legno di castagno, ecc. Il cestaio possedeva una notevole conoscenza delle diverse proprietà delle materie prime impiegate, scelte in base al tipo di terreno di crescita, alla sua umidità ed esposizione, e dei momenti migliori per la raccolta: ad esempio, i vimini migliori erano quelli raccolti in luna di marzo, in particolare durante la Settimana Santa. Le tecniche di intreccio utilizzate sono numerosissime, ma è possibile riassumerle in due categorie fondamentali: la spirale e l'intreccio, a cui si aggiunge la torsione, combinate in vari modi.
Fonte di documentazione: 3
Collocazione
Mairano (BS), Museo della Civiltà Contadina "Dino Gregorio"
Credits
Compilazione: Capra, Michela (2010)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/beni-etnoantropologici/schede/v2010-00291/
NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).