Riproduzioni

Il primo utilizzo di dispositivi in sala di posa avviene attraverso l’uso della fotocamera a Banco Ottico; si realizzano riproduzioni di immagini, che devono essere perfettamente a fuoco, illuminate correttamente e stampate in modo da restituire i toni originali. Fino agli anni Settanta la stampa viene affiancata da esercitazioni di solarizzazione e fotoritocco (utile a isolare i soggetti riprodotti in funzione del fotomontaggio) in coerenza con le ricerche visive di autori e artisti delle avanguardie – Heartfield, Hausmann, Rodcenko – e dalle esigenze del mondo della professione a partire dai progetti di comunicazione di K. Bernhard, I. Reiner, X. Schawinsky, M. Huber, A. Steiner, E. Bonini, E. Mari. Inoltre, con fotocamere di piccolo formato e differenti obiettivi, in esterno si sperimenta la relazione tra dimensione dei soggetti e profondità di campo; tale metodologia era stata codificata tra il 1929 e il 1933 da W. Peterhans nei primi veri e propri laboratori di fotografia del Bauhaus.

   

A sinistra: Riproduzione di pagina di giornale: “Giovedì nero di Milano 1973”. Di Martino. A destra: Riproduzione di pagina di giornale: “Giovedì nero di Milano 1973”. Autore non identificato

Ultimo aggiornamento: 2 Settembre 2024 [Anna Grazia Pompa]