Ritratto
Negli anni Ottanta il ritratto ambientato e in studio diventa un genere professionale, frequentemente utilizzato in ambito editoriale e l‘esercitazione in sala di posa viene introdotta nel percorso formativo. La figura umana si affronta attraverso le variabili di luce, sfondo, inquadratura, come avviene per un oggetto inanimato. Il soggetto è inserito in posizione frontale in uno spazio neutro. L’osservazione inizia dal volto inespressivo e prosegue con l’allargamento dell’inquadratura: dal primissimo e primo piano si passa al mezzo busto, al piano americano e alla figura intera, sempre con luce descrittiva. In fase successiva, sia la luce che l’inquadratura verranno modificate e utilizzate in funzione interpretativa.
A sinistra: Ritratto femminile, donna anziana. Provenzano, Claudia Rosaria. A destra: Ritratto maschile, uomo anziano. Provenzano, Claudia Rosaria
A sinistra: Ritratto maschile, lavoratore della nettezza urbana. Pizzocchero, Franco. A destra: Ritratto femminile, donna in pensione. Pizzocchero, Franco
A sinistra: Ritratto femminile, sposa che ride. Pizzocchero, Franco. A destra: Ritratto maschile, sacerdote. Pizzocchero, Franco
Contemporaneamente, in luoghi pubblici o privati, gli allievi fotografano uno o più soggetti con la stessa gradualità di avvicinamento e/o allontanamento già sperimentata in studio a fronte di aspetti compositivi più complessi; la relazione figura/e sfondo diventa decisiva per la composizione dell’immagine, così come le fonti di luce, che non sono pienamente controllabili, e le relazioni cromatiche. Si tratta di governare i differenti elementi sia tecnici che linguistici affrontati fin qui.
A sinistra: Ritratto di gruppo, giovani punk. Angeli, Daria. A destra: Ritratto di gruppo, donne dal parrucchiere. Autore non identificato
Ultimo aggiornamento: 6 Settembre 2024 [Anna Grazia Pompa]