Guerra e dopoguerra nelle immagini di Federico Patellani
a cura di Paola Chiodi
Gli anni africani
Il debutto di Federico Patellani nel fotogiornalismo avviene nel 1935 con una serie di immagini realizzate, con una Leica, in Etiopia ed Eritrea a seguito dell’esercito italiano. Federico Patellani ha ventiquattro anni infatti quando viene richiamato alle armi come ufficiale del genio nella campagna d’Africa; in guerra dunque, ma non ne documenta gli aspetti di battaglia, bensì quelli della vita quotidiana degli amici e dei commilitoni, dei mercati, della vita degli indigeni, dei momenti operativi e di riposo delle truppe, dall’imbarco al rientro a casa.
Patellani torna in Italia con un centinaio di rullini subito acquistati dal giornale milanese “L’Ambrosiano” che utilizzerà alcune di questa serie di immagini per illustrare un servizio giornalistico.
In questa prima esperienza si può già individuare lo stile narrativo che caratterizzerà costantemente il suo lavoro fotografico; un gusto per il racconto sviluppato e derivato anche dalla sua forte passione per la letteratura.
Dalla metà degli anni ‘30 inizia quindi a fotografare a livello professionale affinando la propria tecnica che, a partire dal 1939, gli varrà la collaborazione col settimanale “Tempo”, all’inizio solo con poche immagini, ma in breve con interi servizi.
Nel giornale, diretto da Alberto Mondadori, lavorano anche Indro Montanelli, Alberto Lattuada e Salvatore Quasimodo alla redazione, Bruno Munari all’ufficio artistico, Leonardo Sinisgalli e Cesare Zavattini come collaboratori letterari. In questo stimolante ambiente culturale Patellani ha la possibilità di sviluppare ulteriormente quello “stile narrativo”, maturato ancor di più grazie alla sua frequentazione con il cinema, che prenderà la forma del “fototesto” così come viene teorizzato nel 1943 in Il giornalista nuova formula: un testo programmatico diventato riferimento indiscusso nella storia del fotogiornalismo italiano.
Ultimo aggiornamento: 8 Febbraio 2017 [cm]