Pietro Tremolada, Ritratto di Re Umberto I
Il ritratto è firmato e datato 1894. Il re posa in piedi, vestito in alta uniforme, con il volto leggermente girato verso destra e l’artista dovette trarre l’effigie del sovrano da una sua fotografia ufficiale. L’ambientazione è essenziale, risolta con la consueta cortina che fa da fondale e un tavolo coperto da un tappeto damascato in tinta, su cui è esibito il copricapo piumato.
Nonostante l’inevitabile convenzionalità della raffigurazione celebrativa, il volto lascia trasparire la fiera espressione d’imperio del sovrano. La particolarità del dipinto sembra risiedere nella materia sottile che sa farsi morbida e tattile sull’incarnato e sui tessuti, oltre che attenta alla preziosa realizzazione delle mostrine e dei decori argentati dell’uniforme, vera prova di virtuosismo pittorico.
Il re Umberto I, conte di Monza, aveva un legame particolare con la città e con la Villa Reale, dove risedette a lungo fino al giorno dell’attentato in cui trovò la morte. Fu proprio grazie alla sua generosa elargizione di 500.000 lire, effettuata nell’agosto 1893, che si poté avviare la costruzione del nuovo nosocomio cittadino, avente sede in via Solferino e attualmente conosciuto come ‘Ospedale Vecchio’. L’edificio fu realizzato su progetto dell’architetto Ercole Balossi Merlo, prevedeva padiglioni separati – secondo i modelli più avanzati del tempo – e criteri igienisti innovativi, volti a impedire la diffusione delle malattie infettive.
Il nuovo ospedale fu inaugurato alla presenza della coppia reale il 21 novembre 1896, come celebra la lapide commemorativa posta sulla controfacciata dell’edificio.
Il ritratto del sovrano entrò a far parte della Quadreria in seguito alla proposta avanzata alla Congregazione di Carità dal pittore monzese Pietro Tremolada: con una lettera datata 12 ottobre 1896 suggerì l’acquisto di un suo ‘quadro rappresentante S. M. il Re che egli ha da alcun tempo eseguito ed esposto al pubblico, da cui venne giudicato favorevolmente’.
Nell’adunanza del 21 ottobre 1896 la Congregazione di Carità stabilì di accogliere la domanda presentata dal Tremolada: probabilmente si considerò necessaria la presenza di un’effigie importante che raffigurasse il maggiore benefattore del nuovo e modernissimo edificio ospedaliero, che come tributo d’onore assunse il suo nome.
Ultimo aggiornamento: 19 Novembre 2015 [cm]