Eugenio Spreafico, Ritratto di Gaetano Molina
Il giovane uomo è raffigurato di tre quarti mentre guarda in avanti. L’immagine presenta il tipico taglio fotografico ma la convenzionalità di questa tipologia è riscattata dall’intensa espressività del volto, che concorre alla caratterizzazione del soggetto. Lo stile pittorico rapido e fluido rivela il modo in cui il pittore seppe farsi interprete dei modi della tarda scapigliatura milanese.
Come nota di costume si osserva la folta capigliatura con la scriminatura al centro, corta sul collo e i baffi incurvati all’insù. L’uomo indossa una giacchetta scura, che da qualche tempo costituiva l’elemento base dell’abbigliamento maschile, e la cravatta lunga di foggia moderna. Il nodo allentato e il colletto della camicia portato in alto dichiarano la scelta di un abbigliamento poco formale.
Gaetano Molina, scomparso a Lecco nel 1901, nel suo testamento nominò i propri eredi coll’onere di alcuni legati tra i quali uno per la Pia Casa di Ricovero, affinché si istituisse ‘un letto a favore dei vecchi monzesi poveri’.
Nel 1901 gli eredi del Molina chiesero l’esecuzione del ritratto del congiunto ad opera del pittore Eugenio Spreafico: i familiari dei testatori avevano infatti la possibilità di suggerire l’artista a cui rivolgersi, ma solitamente non concorrevano nella spesa, che era sostanzialmente a carico dell’istituto che riceveva il legato.
Eugenio Spreafico, è uno dei più importanti pittori monzesi di fine Ottocento; la Quadreria del S. Gerardo possiede una piccola serie di ritratti di sua mano, tutti ben riusciti, nonostante egli prediligesse le raffigurazioni paesaggistiche e le scene di vita nei campi.
Ultimo aggiornamento: 19 Novembre 2015 [cm]