Viadana (Mn)
Stabilimento idrovoro di San Matteo delle Chiaviche, 1920 -39. Ex Bonifica Cremonese-Mantovana oggi Consorzio di Bonifica di Navarolo.
L’impianto idrovoro di San Matteo delle Chiaviche provvede allo scolo di un bacino idraulico di circa 32.000 ettari, pompando nel fiume Oglio le acque affluenti dai canali Navarolo, Ceriana e Fossola, con una portata complessiva di circa 53.000 litri al secondo per una prevalenza massima di 8 metri.
Viene costruito tra il 1920 ed il 1939 su una platea di 182 metri di lunghezza per 35 metri di larghezza, una vera e propria diga dall’aspetto unitario, in realtà composta da nove corpi di fabbrica con tre impianti idrovori e due cabine elettriche che si riconoscono per le finestrature a nastro. Poco vicino sorgono i due edifici della centrale termoelettrica.
I progettisti sono l’ingegner Giulio Chiodarelli e l’architetto Piero Portaluppi, che interviene dal 1930 al 1939.
Portaluppi era un noto professionista legato alla borghesia milanese, professore universitario, progettista eclettico nello stile come nelle tipologie: centrali idroelettriche, diversi edifici a Milano (tra cui Villa Necchi in via Mozart, il palazzo dell’Ina in Piazza Diaz, il Planetario in corso Venezia) e restauri (Santa Marie delle Grazie e Casa degli Atellani in corso Magenta a Milano).
L’immagine architettonica di San Matteo è decisamente diversa dal castello turrito con grandi vetrate che caratterizza molti impianti industriali fino agli anni ’30. Anche le centrali idroelettriche realizzate da Portaluppi fino al 1930 risentono del gusto Art Déco, ad esempio nel progetto del 1922 (non realizzato) per l’impianto idrovoro di San Siro a San Benedetto Po.
A San Matteo le finestrature continue presenti nelle cabine elettriche e nella centrale termica sono di chiara matrice razionalista, e convivono con elementi classici, come le modanature a timpano disinvoltamente inserite nell’architettura industriale.
In Lombardia Beni Culturali abbiamo una vasta scelta di immagini dell’impianto di San Matteo: una serie di interni ed esterni di Gabriele Basilico del 1999, e foto d’epoca dovute in buona parte all’archivio Ercole Marelli.
Negli interni si notano infatti le imponenti elettropompe della Marelli di Sesto San Giovanni, fondata a Milano nel 1891. Ercole Marelli era stato operaio al Tecnomasio Italiano, altra importante azienda elettromeccanica nata nel 1864 con la produzione di strumenti scientifici, diventata poi Tecnomasio Italiano Brown Boveri, specializzata in motori elettrici, generatori di corrente, armamenti ferroviari.
Non a caso la società di Marelli produsse inizialmente piccoli apparecchi elettromeccanici, ma dal 1896 si concentrò negli “agitatori d’aria“, cioè i ventilatori, fino ad allora importati dagli Stati Uniti, diventando in pochi anni una delle aziende leader del settore a livello mondiale.
Dopo vari traslochi, l’azienda inaugurò nel 1905 un grande stabilimento a Sesto San Giovanni dove produceva ventilatori industriali, motori elettrici, elettropompe, centrifughe e trasformatori.
Durante la Prima guerra mondiale la Marelli si dedicò anche alla produzione di magneti per aerei. Dal 1921 la produzione comprende anche trasformatori, generatori, elettromotrici, turboalternatori e grandi pompe destinati alle centrali idro e termoelettriche di tutto il mondo.
La società ebbe il massimo sviluppo nel secondo dopoguerra e nel 1963 il gruppo Ercole Marelli toccò i 7.100 addetti. A partire dal 1968 l’azienda fu riorganizzata in quattro divisioni: Energia, Impianti e sistemi industriali di trazione e per marina, Prodotti di serie, Aerotecnica. Nel marzo 1981 la società fu sottoposta alla procedura di amministrazione straordinaria e successivamente fu posta in liquidazione.
A S. Matteo non mancano altri impianti di note aziende italiane: pompe Riva e Pellizzari, strumenti della Calzoni di Bologna, e nella centrale termica motori diesel Franco Tosi, Fiat, CRDA – Cantieri Riuniti dell’Adriatico.
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Presso l’impianto, nella ex Centrale termica, ha sede il centro documentazione dell’Ecomuseo “Terre d’acqua tra Oglio e Po” (www.ecomuseoterredacqua.it)
L’impianto di S. Matteo è compreso nel progetto “La civiltà dell’acqua in Lombardia“, che propone all’Unesco di inserire nella lista dei patrimoni mondiali, culturali e naturali dell’umanità il sistema di opere idrauliche e irrigue della Lombardia.
Link a schede lbc
Archivio Ercole Marelli
Sezione fotografica dell’archivio storico della Società Ercole Marelli
Tecnomasio italiano Cabella
schede catalogo Tecnomasio
Schede di catalogo dell’archivio storico Fiera di Milano
Link esterni Impianto San Matteo delle Chiaviche
– Consorzio di Bonifica di Navarolo
– Provincia Mantova
– Documentario “Testimonianze dal grande impianto idrovoro”, 2005, con immagini del documentario dell’inaugurazione (1940), riprese del 2005 e testimonianze di due tecnici
– Foto dell’impianto principale e della centrale termica
1) https://www.flickr.com/photos/mariangela79/albums/72157627515025452
2) https://www.flickr.com/photos/mariangela79/with/6078983527/
Ultimo aggiornamento: 1 Settembre 2017 [cm]