Susanna e i vecchioni
La storia di Susanna, narrata nelle pagine dell’Antico Testamento, è nota: moglie fedele, viene molestata mentre si accinge al bagno da due vecchi giudici viziosi che minacciano di denunciarla come fedifraga se non concederà loro le proprie grazie; la donna non si arrende al ricatto e affronta il giudizio; ormai prossima alla lapidazione, viene salvata da Daniele, allora fanciullo, il quale comincia così una fortunata carriera da profeta.
Il soggetto, Susanna spiata dagli sguardi lubrichi degli anziani, è stato molto frequentato da pittori e incisori. I due depravati sono di norma raffigurati in posa viscida nell’atto di scrutare la giovane discinta o mentre le sussurrano sconce proposte. Susanna è invece solitamente dipinta come un ignudo ma innocente tripudio di carni candide e opulente.
La storia è stata variamente rappresentata da Tintoretto, Procaccini, Rubens, Gentileschi e molti altri. Qui una stampa tardo cinquecentesca di Annibale Carracci conservata dall’Accademia Carrara di Bergamo.
Un diverso racconto o, se si vuole, una interpretazione originale, grottesca, è fornita da una stampa novecentesca di Antonio Antony de Witt (1876 – 1967).
Undici stampe dell’incisore livornese sono conservate, insieme a quelle di altri artisti del secolo scorso, nel fondo della Biblioteca Civica Alessandro Manzoni di Trezzo sull’Adda.
Altre rappresentazioni di Susanna e i vecchioni, nelle banche dati delle stampe e delle opere d’arte.
Pubblicato: 3 Ottobre 2008 [Erregì]