Cementifici

Albino Cementificio Giacinto Guffanti  poi Cementificio Italcementi Spa, Via Pradella 2 – epoca di costruzione dal 1886 al 1920 ca.

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La cementeria viene fondata nel 1886 da Giacinto Guffanti e ampliata tre anni dopo. Alla sua morte la Società passa in gestione ai figli.
Prima del 1915 era l’unica fornitrice di cemento per la costruzione della Stazione centrale di Milano. Con la crisi sopravvenuta durante la guerra, la Società affida la vendita dei suoi prodotti alla Agenzia Generale di Vendita dei Cementi Portland e delle Calci Idrauliche, di cui facevano parte altre otto ditte lombarde (fra cui l’Italiana Cementi), che si scioglie nel 1919 a causa delle perduranti difficoltà del mercato. In seguito La Giacinto Guffanti accetta la partecipazione del capitale della Italcementi, unica in grado di superare la crisi, che diventa unica proprietaria del complesso nel 1921.

Articolato complesso con quattro forni verticali per la cottura dei calcari, altrettante ciminiere, passaggi aerei e camminamenti per la circolazione dei materiali. Camini, forni e passerelle sono completamente rimodernati.
Andando verso nord sulla via Pradella, dopo la portineria si affaccia sulla strada la bassa e lunga palazzina uffici a due piani fuori terra in mattoni a vista, e in aggetto, pilastri e decorazioni in pietra.

All’interno della proprietà si scorge la villa padronale a tre piani con ampie terrazze laterali. Il primo livello è caratterizzato da un bugnato in pietra, mentre i piani superiori sono caratterizzati da cornici che sottolineano sia le aperture che i livelli.


Alzano Lombardo Ditta Fratelli Pesenti, poi Cementificio Italcementi Spa, Via G. Acerbis 14  – epoca di costruzione dal 1885 al 1920 ca.; 1880-1883 ; 1920 ca.

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La fabbrica viene costruita nel 1883 dalla Ditta Flli Pesenti, nei pressi della cartiera di loro proprietà. Sono del 1895 i forni per la produzione del cemento Portland.

Ruolo decisivo sul piano tecnico della produzione e della costruzione è svolto dall’ingegnere Cesare Pesenti, che programma e definisce il ciclo tecnologico produttivo sui più aggiornati modelli francesi, ma plasma anche la struttura costruttiva della fabbrica, a partire dai primi edifici ancora realizzati in tecniche murarie tradizionali, sino alle strutture in cemento “semiarmato”, cioè con poco ferro, realizzate e perfezionate tra la metà degli anni novanta dell’ottocento e i primi decenni del secolo successivo. Nel 1894 ha inizio la produzione del cemento bianco, divenuto famoso con il nome di “Bianco Alzano”. Nel 1896 ha inizio la produzione del Portland naturale nell’officina di Alzano e i Pesenti sono i primi a produrne con materia prima totalmente Lombarda.

Dopo la fusione dell’azienda con l’Italiana Cementi nel 1911, il cementificio viene ulteriormente aggiornato con nuovi forni e reparti, e dotato di forza elettrica per la cui produzione i Pesenti avevano costruito le centrali di Nembro, della Borgogna, della Nesa e di Maccarano. La “Ditta F.lli Pesenti” diventa Italcementi nel 1927.
Negli anni successivi sono affidate ad Alzano le produzioni di diversi leganti idraulici, anche se la produzione andò sempre via via diminuendo, a causa di fusioni industriali e l’acquisto e la costruzione di numerosi e moderni cementifici in tutta Italia. Il cementificio fu usato come centro di sperimentazione e avvio produttivo di nuovi leganti naturali, mantenendo comunque la produzione del “Bianco” e dei cementi di utilizzo locale.

Nel 1966 vengono spenti i forni, nel 1970 definitivamente chiuso. Nel 1980 il vincolo di tutela monumentale ne impedisce la demolizione integrale. Dal 2009 al 2017 la parte occidentale dello stabilimento viene ristrutturata per iniziativa dell’imprenditore Fausto Radici e dell’architetto Tullio Leggeri, ospitando il museo d’arte contemporanea e spazio multifunzionale ALT-Arte Lavoro Territorio.

Nel gennaio 2018 la Regione Lombardia aderisce all’Accordo di programma promosso dalla “Fondazione Istituto tecnico superiore per le nuove tecnologie per il made in Italy” e dal Comune di Alzano, per trasformare il cementificio in un polo della formazione terziaria, la «Fabbrica dei nuovi imprenditori», con aule, laboratori e un auditorium.

Complesso con sei forni verticali per la cottura dei calcari marmosi, altrettante ciminiere a pianta circolare di altezza irregolare, passaggi aerei e camminamenti per la circolazione dei materiali, portineria e ampi sotterranei con voltine e colonnati in ordine dorico.

Il complesso è diviso in due fabbricati principali:

  • occidentale, più antico che risale al 1883, destinato principalmente il magazzino, le spedizioni e gli uffici amministrativi , con la facciata prospiciente la ferrovia caratterizzata da ricche ornamentazioni architettoniche;
  • orientale, iniziato nel 1885 e ampliato fino al 1930, destinato ai forni e ai silos, alla macinazione e a buona parte dell’insaccamento, costituito da una parte della vecchia fabbrica del 1883 riedificata e modificata.

Link alla scheda Sirbec

 

Ultimo aggiornamento: 9 Dicembre 2020 [cm]

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