Carnate e Villa Fornari Banfi
Superato il fiume Adda con il grandioso Ponte di San Michele – realizzato tra il 1887 e il 1889 su progetto dell’ingegnere svizzero Jules Röthlisberger Rothlisberger (1851-1911) – la ferrovia entra nel territorio provinciale a Carnate, comune con importanti testimonianze del passato industriale affermatosi con la lavorazione della seta.
Alla medesima origine imprenditoriale risale Villa Fornari Banfi (Piazzale Bernardo Banfi), luogo memore di un passato manifatturiero e, prima ancora, della stagione della villeggiatura agreste, il cui articolato complesso con vasto parco è avvicinato dalla linea ferroviaria.
La stazione, posta entro i confini comunali di Carnate, è denominata Carnate-Usmate, facendo servizio anche al confinante comune di Usmate Velate. Sottopassata la ferrovia in direzione est si prende la via Lorenzo Banfi che delimita a sud il parco della villa.
L’erezione della dimora dei marchesi Fornari è ricordata anche da una lapide murata nell’androne carraio e riporta al lontano 1685. I nobili Fornari rimasero a Carnate sino alla metà del XIX secolo, quando la proprietà passò dapprima alla famiglia Prinetti e successivamente, verso la fine dell’Ottocento, ai nobili Banfi. L’insediamento a Carnate della famiglia avvenne alla fine dell’Ottocento con l’edificazione di due opifici per la lavorazione della seta. Pochi anni dopo, nel 1912, furono avviati i lavori di ammodernamento e ampliamento della villa padronale, con la contestuale costruzione di un nuovo edificio attestato all’ala nord-ovest dell’originaria dimora, secondo un modello stilistico eclettico di prevalente ispirazione neorinascimentale.
La dimora ha impianto ad “U”, con la facciata principale rivolta allo spazio pubblico e, all’opposto, la corte d’onore delimitata dalle ali sensibilmente allungate verso il parco in pronunciato declivio. Attestato all’ala nord è il corpo novecentesco, raccordato alla villa preesistente con emergenza semiesagonale sul secondo cortile, ad un angolo del quale si trova il settecentesco Oratorio titolato a San Probo, affacciato alla piazza con un prospetto modulato su linee barocche e un piccolo campanile.
L’edificio è caratterizzato da un portale d’ingresso dal monumentale cancello in ferro battuto posto tra due pilastri sormontati da lanterne e da un portico che affaccia sul cortile d’onore. La scenografia urbana e lo scenario architettonico del complesso architettonico consente di traguardare visivamente il parco, spingendosi con lo sguardo oltre la valle del Molgora e la catena dei monti prealpini.
La villa, elevata su due piani e con un ulteriore livello centrale, si mostra è caratterizzata da un impianto simmetrico con ingresso inquadrato da un elaborato portale bugnato in pietra e da regolari aperture incorniciate da decorazioni in lieve aggetto. Attraverso l’androne il passaggio al parco, dove l’affaccio ha rilievo rappresentativo e il prospetto centrale si apre con un portico a cinque archi ribassati su colonne di pietra.
All’interno gli ambienti hanno perso quasi completamente l’originario aspetto barocco caratterizzato, originariamente, da elaborati stucchi e ornati decorativi. Rimangono alcuni elementi essenziali che testimoniano il dato dell’epoca in un salone aperto al parco, con un monumentale camino scolpito in pietra con lo stemma della casata Fornari, nelle cornici seicentesche e nei dipinti a soffitto.
Divenuta di proprietà pubblica nella seconda metà del Novecento, la villa ha ospitato per alcuni decenni il Municipio, prima del trasferimento attuato sulla scorta di un progetto di risanamento e valorizzazione della storica dimora, negli ultimi anni al centro del dibattito politico di Carnate. Il 30 maggio del 2011, infatti, è stato approvato il progetto “definitivo-esecutivo” per le opere di manutenzione straordinaria, la cui conclusione dei lavori era prevista per il mese di ottobre 2014. Tuttavia, per una serie di problemi, i lavori di recupero e di trasformazione della villa si sono fermati ed attualmente è in corso il progetto di manutenzione straordinaria del parco.
Di valore storico anche la settecentesca Cappella di San Probo, dotata di una slanciata facciata a capanna allineata al profilo della villa, caratterizzata da lesene leggermente aggettanti. Ad essa si accede varcando il piccolo portale centrale dalla cimasa mistilinea o attraverso i locali superiori della villa che, come in molti casi delle residenze di delizia briantee, immettono al palco riservato ai nobili, dai quali i proprietari e loro ospiti potevano assistere alle celebrazioni religiose senza mischiarsi al volgo.
Simpatica e scenografica, benché caratterizzata da una semplice struttura architettonica, la torre belvedere, realizzata su un alto dosso artificiale collocato in posizione poco discosta dalle antiche scuderie.
Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio 2019 [cm]