Villa Giovio della Torre Martini Rossi Tagliabue di Sovico
Dalla stazione ferroviaria Macherio–Sovico il percorso di avvicinamento alla seicentesca Villa Giovio della Torre Martini Rossi Tagliabue (viale Brianza, 15) diparte verso nord seguendo il rettifilo di via Giovanni da Sovico, sino al nucleo storico della cittadina, al cui margine settentrionale è la vasta proprietà, in massima parte occupata dal parco, annunciata da un villino su tre piani con falde di copertura a forte spiovente con funzione di portineria.
La dimora padronale si raggiunge attraverso un sinuoso percorso tra radure a prato e alberi secolari isolati o addensati. Lo scenario è molto appagante, pressoché privo di contaminazioni derivate dall’edificazione all’esterno della proprietà. L’impianto odierno è costituito dall’ala settecentesca, a pianta rettangolare, alla quale è attestato un più ampio edificio a corte, derivato dalla ristrutturazione delle irregolari e decadute preesistenze dei fabbricati di servizio, con quadriportico passante a colonne binate su cui impostano archi ellittici a monta fortemente schiacciata.
Le facciate sono tutte identicamente ordinate dalla regolare sequenza di finestre incorniciate da modanature mistilinee in leggero contrasto cromatico. Sono caratterizzate dalla presenza di balconcini con cartigli in pietra posti in chiave a guisa di mensola e di elaborate ringhiere in ferro battuto al piano
nobile.
L’edificio su due piani è elevato di un ulteriore livello al vertice nord-ovest, nel punto in cui si allunga la porzione più antica del complesso, cui corrisponde internamente lo scalone monumentale con la balaustra scolpita di pietra molera, proveniente dalla dimora cremasca del conte Rossi Martini. Notevoli gli ambienti dell’antica abitazione, con saloni affrescati, soffitti lignei a passasotto dipinti accanto alle volte di due sale con stacchi di affresco provenienti dal Palazzo Colleoni di Bergamo, cartigli e cornici marmorei a parete entro le quali sono dipinti personaggi legati alla famiglia, un monumentale camino e l’arredo di mobili del settecento lombardo.
Ed è nel XVIII secolo che è documentata a Sovico la presenza della “famiglia Giovia”, illustre casata decurionale di Como originaria, nel IX secolo, dell’Isola Comacina. Da un legame matrimoniale tra Elisabetta Giovio con Pietro Martire della Torre di Rezzonico discese Virginia Giovio della Torre che si unì col conte Francesco Martini, originario di Crema, dando origine alla storia di Villa Giovio della Torre.
L’unità d’Italia era da pochi anni compiuta quando a Sovico giunse il conte Alberto Martini, imparentandosi con la famiglia Giovio Della Torre. Di umili origini cremasche, divenne uno dei più illustri cittadini e il maggiore proprietario fondiario. Verso la fine dell’Ottocento si costituì il legame con la famiglia genovese Rossi, quando l’ultima discendente dei Martini, la contessa Emilia, figlia di Alberto, sposò Gerolamo Rossi, senatore del Regno, che con regio provvedimento del 1895 assunse per sé e i discendenti maschi primogeniti il titolo di conte unitamente allo stemma gentilizio dei Martini.
Alla fine del secolo la villa fu così identificata col nome della casata Rossi Martini, che la mantenne in proprietà per tutta la prima metà del Novecento, pur con le drammatiche vicende della seconda guerra quando fu requisita. Il degrado fu fermato alla metà del Novecento per merito dell’attuale proprietario, l’ingegnere Pier Luigi Tagliabue che nel 1953 acquistò la villa con il parco annesso. Ai primi interventi di salvaguardia seguirono le fasi di restauro dell’ala settecentesca e la ristrutturazione dei fabbricati sulla corte, col ripristino del quadriportico trovato ampiamente tamponato. Progressivamente estese gli interventi all’intero edificio che oggi è tornato all’antico splendore.
Ultimo aggiornamento: 27 Marzo 2019 [cm]