La Lombardia austriaca
Con il trattato di Utrecht (1713), il ducato di Milano e quello di Mantova passano sotto il dominio austriaco.
È di quel periodo la costruzione del Naviglio di Paderno (1777), sulla traccia di un primo progetto leonardesco e del fallito tentativo di Giuseppe Meda (1599), nel mentre si risvegliano anche gli investimenti privati nelle reti irrigue.
Ma l’elemento che meglio caratterizza il clima riformista nella Lombardia austriaca è la rinascita dell’insegnamento scientifico e la pubblicazione di numerosi trattati di idraulica, studiati anche all’estero.
Si ricordano, tra gli scienziati del tempo, il gesuita milanese Antonio Lecchi (Milano 1702 – ivi 1776), il barnabita milanese Paolo Frisi (Melegnano 1728 – Milano 1784), il gesuita mantovano Gioseffo Mari (Canneto sull’Oglio 1730 – Mantova 1807), il bresciano Carlo Bettoni (Bogliaco 1725 – Brescia 1786): la loro diversa provenienza e l’importanza degli scritti e delle opere attuate dimostrano la ritrovata vitalità lombarda.
Il Naviglio di Paderno
Realizzato per permettere alle imbarcazioni di aggirare un tratto non navigabile del fiume Adda, il Naviglio di Paderno, lungo 2,6 km, supera un dislivello di 27,5 metri grazie alla costruzione di sei conche.
Il Settecento è il secolo in cui hanno inizio i viaggi, che continueranno per tutto l’Ottocento, di molti scienziati stranieri per studiare ed ammirare le opere idrauliche e irrigue e la campagna lombarda.
Il francese J.J. de Lalande è il primo a riconoscere il primato dell’Italia, e in particolare della Lombardia, “dove è nata l’architettura idraulica e dove si sono fatti i primi canali, dando l’esempio a tutta l’Europa moderna” (1778).
È anche il secolo in cui si costruiscono lungo navigli e canali molte ville di delizia.
Ultimo aggiornamento: 19 Ottobre 2020 [cm]