Nelle chiese e nel Museo del Tesoro della Val Chiavenna
Da Gera Lario, seguendo a ritroso il corso del Mera, si entra in Val Chiavenna, un tempo terra di emigrazione anche verso il sud della penisola italiana. Ne sono prova innanzitutto le preziosissime oreficerie della chiesa di San Martino a Gordona , dove, nell’adiacente oratorio dei confratelli, si può ammirare una tela raffigurante ancora una volta Santa Rosalia e san Carlo Borromeo chiedono all’Immacolata d’intercedere presso la Trinità ;
in questo caso, posto in secondo piano sullo sfondo del porto di Palermo, compare anche il santo titolare della chiesa di Gordona mentre dona il suo mantello al povero. È un’opera di buon pennello ancora in attesa di essere ricondotta al suo autore, che dovrebbe comunque riconoscersi in un maestro attivo in Sicilia nella seconda metà del XVII secolo.
La ricca decorazione floreale che circonda il suo ricettacolo tradisce la provenienza dalla Sicilia di un originalissimo ostensorio raggiato, regalato alla chiesa di Santa Elisabetta a Menarola nel 1737 dai “FRA[TE]LLI BENEFATTORI DI PAL[ERM]O” devoti a santa Rosalia. Furono invece i “FRATELLI E BENEFATTORI DI NAPOLI” a donare alla stessa chiesa nel 1786 una pianeta rosa dal raffinatissimo tessuto in taffetas liseré broccato con racemi floreali e motivi a cineserie.Sempre dalla città partenopea giunse alla chiesa di San Vittore a Mese nel 1818 un elegante ostensorio raggiato dalle tipiche forme neoclassiche e contraddistinto da un fusto formato da un globo stellato sormontato da figure angeliche.
Eseguita a Napoli è anche una pisside conservata nella chiesa di Sant’Eusebio a Prata Camportaccio. Databile tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento si distingue per la ricca decorazione a volute, conchiglie e teste di angioletto, nonché per la presenza dei simboli eucaristici dell’uva e delle spighe coerenti con la funzione di contenitore per le particole consacrate.
Una tappa importante per conoscere i tesori degli emigranti in valle è il Museo del Tesoro di Chiavenna, dove da Sud provengono una tela settecentesca di Antonio Craus raffigurante la Madonna con Bambino con san Vincenzo Ferreri e san Gennaro e un ostensorio raggiato uscito dalla bottega napoletana di Michele De Novi .
Il fenomeno delle rimesse degli emigrati nel sud della penisola italiana trova in Val Bregaglia una testimonianza significativa in un ostensorio a raggi lanceolati alternati a fiamme regalato all’antica chiesa di Sant’Abbondio a Piuro .
Ostensorio con raggi lanceolati alternati a lingue di fuoco. Piuro, Sant’AbbondioDalla scritta sul piede veniamo a conoscenza che realizzato nel 1628 e fu sponsorizzato dalla “LIMOSINA NICOLO’ BROCCO DI PLURIO ABITATURE DI PALERMO”.
Anche in Valle Spluga giunsero opere in virtù di questo fenomeno; nel 1755, grazie a benefattori di Palermo, giunsero due preziose pissidi nel santuario dell’Apparizione della Vergine di Gallivaggio.
Ultimo aggiornamento: 28 Dicembre 2020 [cm]