Orto contemporaneo
29 novembre 2021 - 27 gennaio 2022
L’Orto Botanico di Brera e Il Rotary Club Milano Brera offrono ai visitatori dell’Orto una mostra di sculture all’aperto, nella suggestiva ambientazione del giardino.
Si tratta di una raccolta di 25 opere scultoree realizzate da artisti moderni e contemporanei, che intende coniugare cultura, ambiente e attenzione verso le nuove generazioni.
Mario Ceroli col suo vocabolario sulla natura (Senza titolo) degli anni ‘70, Gino Marotta con due opere in metacrilato luminose del 2010 (Nuovo paradiso, Oasi), Renato Mambor e la sua installazione che schiera i Raccoglitori di Pioggia del 2011, Mario Schifano con la celebre palma in alluminio (Per costruzione di Oasi) dei primi anni ‘80.
Tra gli artisti contemporanei: Marco Abisso (Apotropicca e Graaal), Alessandra Aita (Rinascita), Alessandro Algardi (Senza titolo), Stefano Bombardieri (Il peso del tempo sospeso), Felipe Cardeña (La parole obscure du paysage intérieur), Exio (Ego sive natura), Sergio Fistolera (Nido), Alberto Gallingani (Nuova realtà), Marco Lodola (Pegaso), Hannu Palosuo (Les Fleurs du Bien), Marco Pellizzola (In giardino), Lorenzo e Simona Perrone (Terra Madre), Franca Pisani (La foresta di pietra, La macchina del tempo, Humanitas), Alfredo Rapetti Mogol (Chi da ha), Paola Romano (Luna), Dario Tironi (Bagnante contaminata), Willow (Notte su albero).
Orari
Dal 29 novembre 2021 al 27 gennaio 2022
Ingresso da Via Brera 28 o Via Fiori Oscuri 4, Milano
La mostra è visitabile negli orari di apertura dell’Orto
L’Orto Botanico di Brera è un giardino storico fondato nel 1775 per volere di Maria Teresa d’Austria. Precedentemente quest’area era stata terreno da orto per i Padri Gesuiti che, fin dalla fine del ‘500, vivevano nell’adiacente Palazzo Brera. Con la soppressione dell’ordine religioso il Palazzo e le sue pertinenze diventano patrimonio dello Stato asburgico; vi vengono trasferite e potenziate le Scuole Palatine. Insieme alle altre istituzioni fondate nel Palazzo (Osservatorio Astronomico, Biblioteca Braidense, Accademia di Belle Arti a cui si aggiungono poi, in epoca napoleonica, Pinacoteca e Istituto Lombardo di Scienze e Lettere) si crea una vasta sede per l’insegnamento superiore e la ricerca.
Fin dagli esordi l’Orto ha avuto un forte carattere didattico-formativo anche se in epoca napoleonica, con l’introduzione di specie esotiche, si caratterizzerà più per gli aspetti decorativi.
Da allora l’Orto ha subito alterne vicissitudini fino al 1935 quando viene annesso all’Università degli Studi di Milano che tutt’ora lo gestisce.
Oggi l’Orto conserva l’impianto originario: tre settori sono divisi da due vasche ellittiche: i primi due sono occupati da una serie di aiuole; il terzo è l’arboreto, dove svettano alberi secolari.
Grazie al restauro conservativo avvenuto nel 2001, giornalmente vengono accolti scolaresche e pubblico, anche con disabilità.
L’Orto svolge inoltre il ruolo di luogo per la tutela della biodiversità e delle specie rare.
Dal 2005 è riconosciuto dalla Regione Lombardia come istituzione museale.
Oltre alle collezioni di ortensie e di piante medicinali, particolarmente interessante è la collezione di numerosi esemplari appartenenti al genere Salvia.
Tra le specie da segnalare vi sono: S. pratensis, S. transsilvanica, S. glutinosa, S. virgata, S. elegans, S. nemorosa, S. verbenaca, S. guaranitica, oltre a S. officinalis e le sue cultivar “Maxima”, “Argentea”, “Purpurascens”, “Icterina” e Tricolor”.
Inoltre due esemplari (maschio e femmina) di Ginkgo biloba
Juglans nigra
Firmiana simplex
Pterocarya fraxinifolia
Pubblicato: 11 Gennaio 2022 [Roberto Monelli]