Sofonisba Anguissola e la Madonna dell’Itria
9 aprile - 10 luglio 2022
La mostra Sofonisba Anguissola e la Madonna dell’Itria propone, restaurata, la pala dipinta dalla pittrice cremonese accanto ad altre testimonianze (affreschi, dipinti su tavola e tela, sculture) provenienti dalla Sicilia, ma anche dal Nord Italia, che permettono di seguire l’evoluzione del tema iconografico dall’icona medievale della Madonna Odigitria a quella moderna della Madonna dell’Itria.
Il 26 maggio 1573 Sofonisba Anguissola, tra le più intriganti pittrici del Rinascimento italiano, sposava il nobile siciliano Fabrizio Moncada. Dopo anni passati a corte a Madrid come dama di compagnia della regina Isabella e tutrice delle infante, la pittrice (nata a cremona nel 1532) veniva accolta nella piccola corte di Paternò, alle falde dell’Etna.
Qui restò sino al 1579 quando, deceduto il marito, decise di tornare a Cremona. In realtà, a causa di un fulminante amore per il capitano della nave che la conduceva a Genova, si fermò a lungo nella città ligure prima di tornare definitivamente in Sicilia, a Palermo.
L’esposizione vuole mettere in luce gli anni passati da Sofonisba a Paternò, prendendo il via da un’opera certa di quel momento, la pala della Madonna dell’Itria oggi patrimonio della chiesa dell’Annunciata di Paternò.
Nel dipinto l’artista riassume e aggiorna le trasformazioni iconografiche della Madonna Ogiditria (“Odigitria” significa “colei che guida nel cammino”), modello trasmesso dal mondo bizantino e presto recepito nelle Isole e nelle regioni meridionali italiane al seguito delle comunità greche e albanesi giunte dai Balcani. La popolare iconografia che inizialmente propone la Madonna a mezzo busto con in braccio il Bambino Gesù seduto in atto benedicente e che la Vergine indica con la mano destra (da qui l’origine dell’epiteto) si trasforma a partire dal XVI secolo nella figurazione in cui la Vergine sovrasta una cassa lignea portata a spalla da due monaci basiliani (i “calogeri”). Essi fanno riferimento alle leggende relative al trafugamento, entro una cassa, della miracolosa icona che si voleva dipinta dallo stesso san Luca e che a lungo era stata considerata una protettrice dagli abitanti di Costantinopoli. Per sottrarla alla furia distruttiva degli Ottomani i monaci che l’avevano in custodia l’avrebbero affidata ai flutti e così sarebbe giunta sui lidi occidentali. Il culto riservato alla Madonna d’Itria raggiunse pertanto grandissima popolarità, e nel corso del XVI secolo chiese a lei dedicate sorsero ovunque in Sicilia e la Madonna dell’Itria venne proclamata Patrona dell’isola.
Nel 1579, Sofonisba, in procinto di lasciare l’isola, ha donato questa sua opera al convento dei francescani di Paternò. Da lì è transitata alla chiesa dell’Annunciata da dove alcun mesi or sono è partita alla volta di Cremona per essere sottoposta ad un integrale restauro.
In Lombardia ci sono quattro opere di Sofonisba documentate in LombardiaBeniCulturali, collocate in diverse istituzioni.
Sofonisba Anguissola e la Madonna dell’Itria
Museo Civico Ala Ponzone
via Ugolani Dati, 4 – Cremona
dal 9 aprile al 10 luglio 2022
Pubblicato: 9 Maggio 2022 [Roberto Monelli]