1950. Campioni in sella
1950. La corsa è una classica: il Giro di Lombardia, detto anche delle foglie morte per via del fatto che si disputa in ottobre. Più di duecentoventi chilometri con dislivelli coriacei.
Quello in primo piano è Fausto Coppi, ogni nota su di lui è superflua. A ruota un personaggio oggi meno conosciuto: Renzo Soldani. Allora ha 25 anni, sei meno del campionissimo, ma è già più che una promessa.
Sono soli in fuga, il gruppo è stato sbriciolato sul Ghisallo. Per Coppi potrebbe essere l’ennesimo trionfo ma il ciclista giovane non gli molla la ruota. Non gliela molla proprio. Quest’anno il Soldani è andato forte.
Una motocicletta e un’auto del seguito affiancano i due. Ai bordi della strada il pubblico urla, incita, fiuta la fatica, commenta il gesto.
Gli atleti rusano sui pedali. Dopo una curva i loro occhi hanno trovato la sorpresa: un passaggio a livello. Chiuso. Tira su. DIOBONO TIRA SU LA STANGA!. I ragazzi in braghe corte si fanno sotto e, centimetro dopo centimetro, cominciano ad alzarla.
Coppi si avvicina. La sbarra è ancora bassa. Allora allunga le braccia, tira indietro il sedere, piega il corpo sulla sua sinistra e la bici sulla destra. Abbassa la testa. E sfila. Un fiato sotto il legno.
L’autore dello scatto è Valentino Petrelli, fotografo di sport ma anche di moda e di costume. La stampa sta nel Fondo Lanfranco Colombo del Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo.
Come è finita la corsa? In prossimità dell’arrivo a Milano i due verranno raggiunti da altri corridori ma sullo sprint del traguardo Soldani sarà davanti a tutti.
Pubblicato: 22 Settembre 2008 [Erregì]