Antonio Sant’Elia. Futurismo, fantascienza
Queste sono solo alcune delle oltre centoottanta tavole di Antonio Sant’Elia conservate presso i Musei Civici di Como.
L’architetto nasce nella città lariana nel 1880; si trasferisce poi a Milano dove, nel 1909, conclude gli studi presso l’accademia di Brera e dove frequenta circoli intellettuali collegati al nascente futurismo. Nel 1914 pubblica il “Manifesto dell’architettura futurista”. Di idee socialiste ma convinto irredentista si arruola volontario e muore nel corso di un assalto a Monfalcone. Era il 1916.
Nelle tavole sono raffigurati fabbricati industriali, chiese, edifici per abitazione, centrali elettriche, monumenti e così via. Soprattutto sembra raffigurato il sogno di una città. Una Città Nuova, per utilizzare il titolo di una celebre mostra in cui furono esposte le sue opere.
Le sagome degli edifici evocano naturalmente gli ardimenti, le tensioni innovatrici, le visioni avveniristiche dei futuristi di cui Sant’Elia fu non secondario rappresentante. Ma ricordano anche, a incompetenti ammiratori come chi scrive, scenografie da fantascienza. Più Flash Gordon che Blade Runner, direi. Senza voler mancare di rispetto al genio, contro quei cieli profondi non sfigurerebbero flotte di astronavi.
Pubblicato: 17 Ottobre 2008 [Erregì]