Borghi di Lombardia: Bormio (SO)
Nessun luogo rievoca la suggestione dei tempi delle antiche autonomie del contado di Bormio come la bellissima piazza del Kuérc: attorno al suo spazio articolato e irregolare si affacciano tutti i più importanti edifici ove avevano sede i poteri civile ed ecclesiastico della Magnifica Terra di Bormio.
Nella parte bassa della piazza sorgeva il palazzo del Podestà, o “Palatium“, che ospitava anche il tribunale, i governi civile e penale, le carceri e le scuole pubbliche. Ancora oggi l’edificio accoglie un’istituzione pubblica: è infatti sede della Comunità Montana.
Poco sopra c’è il “Cortivo”, sulla facciata del quale si conservano ancora alcuni stemmi ducali affrescati; qui si riunivano i consigli del popolo per deliberare sulle questioni più importanti. Nella bella stagione la giustizia era amministrata all’ombra del Kuérc, o “Coperto”, la tettoia al centro della piazza di cui si ha notizia fin dal 1387; a fianco di esso si trovava la berlina alla quale venivano incatenati i colpevoli di taluni reati, primi tra tutti i bestemmiatori, per essere esposti al pubblico ludibrio.
Sul lato est, sotto le ampie volte con colonne del “Coperto de sot” operavano i notai, vicini erano i magazzini delle granaglie, la “Barbagia vegia” ovvero l’antica farmacia, la taverna maggiore, il macello e due cantine comunali. Sul lato opposto fanno da contrappunto la chiesa parrocchiale con il campanile, le canoniche e l’antico ossario.
La piazza, infine, è dominata dalla massiccia Torre delle Ore, realizzata a partire dal 1498 accanto al palazzo di Nicola Alberti.
Notizie storiche
Da sempre la storia di Bormio si dipana attorno al luogo della piazza del Kuérc, sembrano confermarlo anche gli scavi archeologici che qui hanno rinvenuto tracce di insediamenti e frequentazione datati almeno alla prima età del ferro. Sulla Platea Mastra, questo era l’antico nome della piazza, si affacciavano gli edifici delle più importanti istituzioni civili ed ecclesiastiche del contado, oltre ad alcune delle principali attività commerciali del borgo.
La prima documentazione sulla piazza risale al 1304, anno di redazione del “Liber Stratarum“, quasi un “piano regolatore” ante litteram del comune di Bormio che tratteggia preziosissime informazioni su tutta l’area urbanizzata del paese. Il manoscritto, insieme ad alcuni resti di fondamenta di una casa-torre del XIV-XV secolo rinvenuti durante un’indagine archeologica nel 1995, testimonia come nel Medioevo la piazza fosse più stretta e a un livello molto più basso rispetto a quello attuale.
La causa dell’innalzamento di quota del calpestio stradale fu un’enorme colata di fango distaccatasi dal monte Rèit e abbattutasi sul quartiere; la gran parte del materiale non fu mai rimosso e la nuova piazza venne ripristinata sopra di esso. Prese origine da quell’episodio il nome Dossorovina con cui si nomina ancora oggi questa parte di paese.
Molti edifici che contornano la piazza vennero riparati o interamente ricostruiti dopo il 1621, quando, nel periodo della guerra dei trent’anni, truppe spagnole incendiarono l’intero borgo.
Chiesa dei SS. Gervasio e Protasio
Reparto Combo
Combo, fra i reparti di Bormio – così vengono chiamati i quartieri – è sicuramente uno dei più suggestivi grazie al carattere di contrada rurale che nel suo nucleo originario si è ben conservato dai secoli passati. Il cinquecentesco ponte che dal borgo principale porta a Combo, conduce il visitatore in un mondo di ricordi di un passato contadino che altrove è difficile trovare. I numerosi affreschi popolari, le case contadine dai tetti sporgenti con i vicini fienili e gli orti, le edicole sacre e le belle chiese di origine trecentesca sono testimonianze preziose di arte, storia e tradizioni antiche.
Le prime case che si incontrano, una volta attraversato il Ponte di Combo, ospitavano un tempo opifici quali fucine e mulini che sfruttavano l’energia idraulica della vicina roggia.
Inoltrandosi nella contrada ci si accorge come questa si distingua dal borgo per il suo carattere marcatamente rurale, gli edifici antichi denotano infatti la loro funzione di abitazioni contadine. Fra questi non mancano esempi di particolare ricercatezza, come la casa Settomini, bellissima dimora del XVI secolo dalle linee armoniche, ornata da graffiti attorno alle finestre con grate in ferro battuto e coperta dal grande tetto sporgente sorretto da travi a torciglione e capriate a vista.
Altre case conservano sulle facciate preziosi affreschi quattro-cinquecenteschi ed elementi architettonici, come aperture a sesto acuto e finestre trilitiche, che evidenziano la loro antica origine.
La Chiesa di S. Antonio Abate è il fulcro del reparto Combo: edificata dopo il 1356, conserva importanti dipinti murali datati dal XIV al XIX secolo, tra essi spiccano le scene della vita di S. Antonio abate e S. Paolo eremita, realizzate nel presbiterio dal pittore bresciano Paolo Caylina il Giovane nella prima metà del Cinquecento e famosa per il Crocifisso taumaturgico che si conserva nella cappella laterale di destra, invocato e portato in solenne processione lungo le vie del borgo in caso di grave pericolo o ogni qualvolta la popolazione bormina necessiti di uno speciale aiuto divino.
Nella cappella a destra è conservato un Crocifisso del XV secolo ritenuto miracoloso, per questo la chiesa è spesso nominata come “del SS. Crocifisso”.
Anche la “Madonna del Sassello”, titolare dell’altra chiesa della contrada, è dispensatrice di grazie, come testimoniano numerosi ex-voto.
Notizie storiche
Il ponte di Combo prende il nome dalla contrada, o “reparto”, che si trova sull’altra sponda del torrente Frodolfo, l’elegante struttura la collega al borgo principale fin dal 1591, anno nel quale venne ricostruito dopo che una rovinosa alluvione distrusse un ponte precedente.
Il reparto di Combo è sicuramente di formazione antica, come testimoniano le sue chiese e alcuni edifici arcaici ben conservati, anche se le origini della contrada non vanno così indietro nel tempo come quelle del nucleo principale di Bormio. Combo è sempre stata una contrada prettamente rurale, in virtù della sua vicinanza alla magnifica conca prativa dell’Alute, dove si trovava la maggior parte della terra coltivata dai bormini.
Combo, trovandosi lungo la via di collegamento con la Valtellina, era la prima contrada che incontrava chi si recava a Bormio. Il nucleo dell’abitato, costituito da belle ed ampie case contadine, è raccolto intorno alla chiesa dedicata a S. Antonio abate. Una seconda chiesa, la Madonna del Sassello, si trova nella parte alta della contrada e venne costruita nel 1398.
Il reparto di Combo fu l’unico risparmiato dall’enorme incendio del 1855 che distrusse gran parte del borgo.
Il testo è tratto da BellaLombardia. L’app è disponibile per dispositivi con sistema operativo Android e iOS ed è scaricabile gratuitamente da Google play e App Store (momentaneamente non disponibilie).
Pubblicato: 24 Dicembre 2018 [cm]