Borghi di Lombardia: Robecco sul Naviglio (MI)
Nella valle del Ticino, Robecco sul Naviglio è uno dei numerosi borghi storici che s’incontrano lungo il naviglio Grande. La logica insediativa del borgo è legata alla presenza del canale di acqua intorno al quale il piccolo centro si è sviluppato, con la sovrapposizione di edifici residenziali di grande valore artistico, antiche cascine rurali, ponti e chiese d’ogni d’epoca e stile.
Notevole è la qualità paesaggistica e naturalistica del contesto ambientale nel quale il borgo è inserito, costituito dallo scenario mutevole ad ogni stagione e in buona parte ancora integro.
Il toponimo Robecco sembra derivare da una parola celtica “rebec” che significa fortilizio contrapposto, controridotta. Infatti il castello di Robecco era un fortilizio di difesa, contrapposto al ”Castrum externum”, (Casterno) che era un luogo fortificato posto su un dosso che dominava la valle del Ticino.
Il nuovo borgo tardo medioevale fu costruito in prossimità del canale all’incrocio fra via per Casterno e la SS 526.
Il Naviglio grande fu concepito come quinta scenica lungo la quale furono edificati gli edifici signorili di maggior pregio. Ancor’ oggi è notevole la presenza di emergenze storiche meritevoli d’interesse come il Palazzo Archinto, Palazzo Scotti, Villa Gaia (Gandini), Villa Gromo di Ternengo, Villa Terzaghi, Villa Dugnani, Arconati e Barbavara di Gravellona.
Il seicentesco Palazzo Archinto, sede della biblioteca comunale e del locale Museo del Naviglio Grande, chiamato anche castello per le due torri merlate, avrebbe dovuto essere, in origine, un complesso di quattro palazzi, ma la costruzione è rimasta incompleta.
Il neoclassico Palazzo Scotti, sede Municipale, presenta una facciata ornata da colonne a falso bugnato. Vi è poi la quattrocentesca Villa Gaia, considerata tra i primi edifici con caratteri di Villa in Lombardia e riccamente affrescato con bugne, fasce di marmo e trofei.
Esempi di barocco lombardo si possono ammirare nella Villa Gromo, le attuali sembianze risalgono alla fine del ‘600, nella Villa Arconati in affaccio sulla piazzetta principale del borgo e nella Villa Dugnani lungo il Naviglio.
Vi sono poi chiese dalle origini antichissime come la piccola chiesa di San Francesco e non ultimo alcuni vecchi mulini e cascine che si fondono con lo splendido paesaggio fatto di boschi, lanche e zone umide percorse dal filo d’argento del fiume; la presenza sul territorio di Robecco sul Naviglio di una via d’acqua navigabile come il Naviglio e di un complesso sistema di canali e rogge infatti, hanno permesso lo svilupparsi di numerose attività artigianali legate allo sfruttamento delle acque, tra la quale spicca il mulino che rappresenta il precursore della civiltà industriale (esemplari il mulino Pietrasanta e il mulino Ceriani alimentati dalla Roggia Guadate, il Mulino Grande funzionante per mezzo della Roggia Lucertolone, il mulino Marchesoniaper mezzo della Roggia Remarcia; infine il mulino Albani, lungo la Roggia Verga, e Santa Marta sul cavo Monegata).
Notizie storiche
Il primo insediamento nel territorio di comunale venne posto nell’attuale località di Casterno, più a sud dell’attuale centro storico, verso il Ticino, e si identificava con un accampamento militare romano per il controllo del fiume e dei suoi guadi. L’abitato di Robecco, in realtà, si sviluppò in epoca più tarda a partire dall’escavazione del Naviglio Grande nel XII secolo, sulle cui rive sorsero nuovi villaggi che assunsero grande importanza per la vita economica di Milano.
Con l’avvento degli Sforza a Milano le opere idrauliche furono potenziate, innovando e migliorando la produttività agricola. Contemporaneamente sui canali più grossi nascevano i primi mulini e filande. A partire dal XVI secolo, Robecco conobbe un vero periodo di splendore, coincidente col fatto che alcune tra le famiglie nobili milanesi di maggior rilievo scelsero questa e altre aree per acquistare terreni dove costruire le loro residenze di campagna, investendo in vaste proprietà e latifondi molto redditizi.
I Pietrasanta, i Barzi, i Casati, gli Archinto e i Borromeo furono tra i primi a concorrere in questi acquisiti, avviando tra l’altro la costruzione delle splendide ville gentilizie lungo il Naviglio che ancora oggi si possono ammirare.
A partire dal XIX sec. con l’avvento dei nuovi mezzi e delle nuove vie di comunicazione il Naviglio perse gran parte dell’importanza che aveva acquistato e in questi ultimi decenni la sua acqua viene utilizzata per l’alimentazione di centrali idroelettriche e di nuovi complessi industriali.
Adesso pur avendo un patrimonio edilizio in buona parte di recente costruzione, il comune di Robecco ha la sua ragion d’essere e la sua caratterizzazione nell’antica tradizione rurale fondata sulla presenza del Naviglio Grande, della rete dei canali e dei corsi d’acqua minore.
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Pubblicato: 13 Maggio 2019 [cm]