Museo Archeologico Platina, Piadena (CR)

Tipologia: museo
Indirizzo: Piazza Giuseppe Garibaldi, 3 - Piadena (CR)
Ente proprietario: Comune di Piadena
Sito web

Immagine

Il Museo Archeologico di Piadena, allestito in una porzione del Convento dei Girolimini nel 1960, custodisce i materiali di scavo provenienti dai territorio di Piadena e Calvatone. Nel 2004 si arricchisce di una nuova sezione dedicata alla preistoria. La ricostruzione di un villaggio virtuale, schermi digitali presenti in ogni sala, la possibilità di toccare alcuni oggetti, oltre alla ricostruzione dello scavo di una palafitta, rendono questa sezione particolarmente adatta al pubblico dei più piccoli.


Profilo storico

Nel territorio compreso tra Piadena e Calvatone, abitato da tempo antico, vengono avviate le prime ricerche archeologiche nella prima metà dell'Ottocento. Nel 1836, sono riportati alla luce i frammenti di una statua in bronzo raffigurante una Vittoria alata, nota come Vittoria alata di Calvatone, oggi dispersa. Le indagini avviate a Piadena da ricercatori locali, permettono di recuperare numerosi materiali, anche questi, purtroppo, dispersi in vari musei italiani.
Tra il 1957 e il 1961, la Soprintendenza Archeologica della Lombardia si interessa al sito di Bedriacum, facendone oggetto di tre campagne di scavo, dalle quali emergono reperti di grande interesse. La comunità locale coinvolge il comune di Piadena, per la costituzione del Civico Museo Archeologico Platina nel 1957. Nel 1960 il Museo vene inaugurato in alcune sale al primo piano del Convento dei Gerolimini, complesso che ospita anche gli uffici comunali. I ritrovamenti provenienti dai primi scavi scientifici di Bedriacum costituiscono, così, il nucleo iniziale della collezione e trovano un adeguato spazio espositivo non lontano dal luogo del loro reperimento.
Nel 1964 entra a far parte della collezione la donazione Locatelli. Successivamente, la collezione si arricchisce grazie all'affluire di nuovi materiali, provenienti dagli scavi effettuati nel territorio piadenese negli anni settanta, ottanta e novanta.
Recentemente il comune di Cremona ha affidato in deposito al Museo un nucleo di materiali preistorici, proveniente dai Lagazzi e dal Vho di Piadena, formatosi grazie ad alcuni rinvenimenti ottocenteschi.


Patrimonio

La collezione del Museo è in grado di documentare la continuità di frequentazione del territorio con materiali databili dal Mesolitico fino al VI sec. Sono documentati il Mesolitico, il Neolitico Antico, l'Eneolitico, l'età del Bronzo, i periodi Antico e Medio Bronzo Antico. Sono presenti alcune testimonianze del Bronzo Medio e Tardo. L'età del Bronzo Finale e la Prima età del Ferro sono rappresentate dai reperti della donazione Locatelli, che provengono dalla necropoli di Fontanella Grazioli, presso Casalromano (Mn). Consistenti sono i rinvenimenti di età celtica. L'età romana è ampiamente documentata. Presente in misura rilevante è la terra sigillata africana. Da Tornata proviene uno dei pezzi più significativi del Museo, la stele funeraria degli Iventii. Ricco e completo è il corredo funerario di una tomba del IV sec. da San Paolo Ripa d'Oglio. Un altro nucleo di reperti proviene dalla necropoli di Canneto sull'Oglio (Mn). Infine, il reperto più recente è una fibula gota del VI sec., rinvenuta casualmente a Costa di Sant'Andrea.


Sede

Il 22 febbraio 2014 è stata inaugurata, presso il Museo Archeologico Platina, la nuova sezione archeologica dedicata alla preistoria. Essa occupa una nuova ala, realizzata in un edificio recentemente ristrutturato e contiguo alla sede storica, ospitata nel complesso del convento dei Gerolimini. La sezione preistorica colpisce, innanzi tutto, per la grande attenzione riservata ai visitatori più piccoli. Già sul pavimento della prima sala, quella introduttiva, una cartina di Piadena e del suo territorio illustra, utilizzando colori diversi, i ritrovamenti delle varie epoche. Da qui si passa nelle sale dedicate alle differenti età della preistoria, non prima di aver visitato un villaggio neolitico virtuale utilizzando uno schermo digitale. Sala dopo sala, si attraversano il Paleolitico, il Neolitico, particolarmente ricco di materiali provenienti dagli scavi di campo Ceresole, l'età del Rame, quella del Bronzo, rappresentata dai ritrovamenti dell'abitato palafitticolo dei Lagazzi e, infine, l'età del Ferro, testimoniata dai materiali di Fontanella Mantovana. Ogni sala è fornita di uno schermo digitale, dove è possibile ottenere informazioni sull'epoca considerata, mentre altre postazioni invitano esplicitamente i bambini a toccare gli oggetti esposti (per esempio, pietre scheggiate, ceramica, un fuso con lana e fusaiole). Interessante è la ricostruzione dello scavo di una palafitta, dove i pali di legno, gli ossi e la ceramica provengono dallo scavo di una vera palafitta. E' tale l'abbondanza di materiali che, sotto le vetrine a muro, il visitatore potrà aprire cassetti in cui sono custoditi ulteriori reperti, mentre, nella parte inferiore delle vetrine centrali, chiusa da vetri opachi, si intravvedono le sagome dei ritrovamenti a cui non è stato possibile dare una maggiore visibilità. La visita al museo si chiude con uno sguardo alla sezione romana, ancora ospitata nella vecchia sede


Bibliografia

Credits
Ginevra Menani De Veszelka, Sabrina Uva, Scheda SIRBeC LDC 2011, 2014
Sabrina Uva, Scheda SIRBeC/COL 2014
Alessandra Vertechy - Cura redazionale e revisione testi per il web


Collegamenti

La collezione
Reperti archeologici


Ultimo aggiornamento: 29 novembre 2019 [cm]

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