Museo Civico di Storia Naturale di Milano, Milano (MI)

Tipologia: museo
Indirizzo: Corso Venezia, 55 - Milano (MI)
Ente proprietario: Comune di Milano
Sito web

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Fondato nel 1838, il Museo di Storia Naturale è il più antico museo civico milanese e uno dei più importanti musei naturalistici italiani. Ha contribuito alla costituzione della Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali dell'Università Statale di Milano, ospitandone gli uffici e i corsi dal 1924 al 1938. Risiede all'interno dei Giardini Pubblici di Porta Venezia, in un grande edificio appositamente costruito tra il 1891 e il 1907. Il Museo è dotato di una importante biblioteca specialistica aperta al pubblico. Il percorso espositivo si snoda su due piani, per un totale di circa 5500 metri quadrati. Gli allestimenti riguardano la mineralogia, la paleontologia, la zoologia e la storia naturale dell'uomo. Oggi è il centro delle attività del Giardino delle Scienze che comprende, oltre il Museo, due importanti laboratori didattici, Paleolab e Biolab, e il Civico Planetario Ulrico Hoepli.

[Autore scheda: Paola Livi; Fabrizio Rigato]


Profilo storico

Dalla fondazione ai bombardamenti della 2. Guerra Mondiale (1838-1843)
Il 7 maggio 1838 l'autorità municipale accoglieva ufficialmente la donazione delle collezioni naturalistiche del nobile milanese Giuseppe De Cristoforis e del botanico Giorgio Jan, nasceva così il primo museo civico di Milano. La nuova istituzione scientifica aprì al pubblico nel 1844, ospitata nell'ex Convento di Santa Marta in prossimità dell'attuale via Circo; dall'anno successivo iniziarono i corsi pubblici tenuti dal personale scientifico dell'istituto.

Del 1863 fu il trasferimento a Palazzo Dugnani, all'interno dei Giardini Pubblici. L'attività didattica si fece più impegnativa man mano che cresceva in città l'esigenza di una istruzione superiore che colmasse l'assenza di percorsi formativi universitari. Nel 1875 venne istituto il Consorzio degli istituti di istruzione superiore in virtù del quale il Museo garantiva i corsi di scienze naturali agli studenti del Politecnico, della Scuola superiore di Veterinaria e di quella di Agricoltura. Fino al 1866 fu direttore lo stesso Jan, coadiuvato da un aggiunto alla direzione e da un collegio di sei conservatori eletti dal Consiglio Comunale con funzioni di indirizzo e di controllo. Questa organizzazione rimase pressocchè invariata fino all'avvento del regime fascista.

Nei primi sessant'anni di attività l'istituto realizzò ricerche di eccellenza nel campo erpetologico (Jan), biologico (Emilio Cornalia), e della geologia/paleontologia regionale (Antonio Stoppani). Parallelamente conobbe uno sviluppo quasi frenetico delle raccolte; si ricordano le collezioni del Museo Reale di Storia Naturale, meglio conosciuto come Gabinetto di Minerali e Fossili di Santa Teresa, la collezione erpetologica formata da Giorgio Jan, la raccolta ornitologica donata da Ercole Turati, la raccolta di anatomia comparata e antropologia fisica composta da Emilio Cornalia e quella paleontologica dell'abate Stoppani.

Nel 1888 il Consiglio Comunale deliberò la costruzione di un nuovo edificio che meglio corrispondesse alle necessità di un grande museo quale era diventato il Museo di Storia Naturale di Milano. La nuova sede fu costruita sempre all'interno dei Giardini Pubblici per venire incontro alle esigenze della rete degli Istituti di Istruzione Superiore.

Nel 1893, trasferito il patrimonio nella nuova sede, il Museo fu articolato in tre sezioni: mineralogia, paleontologia/geologia, zoologia/anatomia comparata. Nello stesso anno divenne cointestatario delle riviste scientifiche della Società Italiana di Scienze Naturali, che aveva sede presso il Museo dal 1863. In occasione dell'Esposizione Internazionale del 1906 venne costruito l'Acquario che, donato al Comune di Milano, fu affidato al Museo di Storia Naturale e rimase sotto la sua direzione fino al 1968. Durante le direzione del filosofo Tito Vignoli (1893-1911) e del mineralista Ettore Artini (1912-1927) molte risorse furono spese per la divulgazione popolare della scienza e per l'insegnamento superiore. In particolare Ettore Artini fu il primo firmatario della proposta per la costituzione della Facoltà di scienze, che venne istituita nel 1924 all'interno della nuova Università Statale di Milano. Fino al 1938 gli uffici di presidenza della facoltà universitaria e i corsi di scienze naturali furono ospitati nella sede del Museo. Alla direzione dello zoologo Bruno Parisi (1928-1951) spettò il compito di gestire i non facili rapporti tra Museo e Università, con il preciso obbiettivo di salvaguardare l'autonomia scientifica e patrimoniale del civico istituto.

Importanti le raccolte dei primi decenni del XX secolo, tra le quali si ricordano il Gabinetto Mineralogico Borromeo, la Raccolta entomologica del ditterologo Mario Bezzi, il Museo entomologico di Duino e le raccolte zoologiche provenienti dai territori coloniali africani. Un brusco arresto delle attività fu causato dall'incendio divampato il 13 agosto del 1943, a seguito di un bombardamento aereo angloamericano. In quell'occasione venne danneggiato gravemente il palazzo e distrutta parte del patrimonio scientifico, soprattutto zoologico.

Dal secondo dopoguerra ad oggi
La ricostruzione, resa possibile dalle risorse finanziarie del lascito del medico Vittorio Ronchetti, si concluse nel 1952 con l'apertura al pubblico delle prime esposizioni provvisorie. Attività prioritaria fu quella di ricostituire il patrimonio scientifico, pesantemente colpito dal disastroso incendio del 1943. Le missioni e le ricerche sul campo, organizzate a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso, hanno avuto il duplice scopo di incrementare le collezioni naturalistiche e di aprire nuovi filoni di ricerca. Del 1975 è la riapertura dello scavo paleontologico di Besano, in provincia di Varese, nel quale il Museo operava già ai tempi di Cornalia e Stoppani. Nel 1985 nasceva il Centro Studi Cetacei, promosso dal Museo e dalla Società italiana di Scienze Naturali, che ha inaugurato nuovi studi su questo importante gruppo di mammiferi. In anni molto più recenti sono state organizzate importanti missioni mineralogiche nei territori dell'arco alpino e in terre lontane come il Madagascar.

Ad una semplificazione dell'organizzazione dell'Istituto, con la scomparsa del Collegio dei conservatori esterni, ha corrisposto un ampliamento degli ambiti disciplinari oggetto di collezioni e di studio. Il Museo comprende oggi le sezioni di zoologia, di mineralogia, di paleontologia, di paletnologia e di botanica, nella quale sono conservate dal 1974 le collezioni della Civica Siloteca Cormio.

Alla ricerca è legata una importante attività editoriale che continua la tradizione ottocentesca: il Museo pubblica insieme alla Società Italiana di scienze Naturali cinque periodici scientifici – le Memorie, gli Atti, Natura, la Rivista italiana di ornitologia e Paleontologia lombarda-. Questa produzione editoriale consente una fitta rete di cambi internazionali di pubblicazioni scientifiche (1000 riviste da ca. 500 istituti), facendo della biblioteca del Museo uno dei più importanti centri italiani di documentazione in ambito naturalistico.

Membro dell'Associazione Nazionale Musei Scientifici dalla fondazione (1973), il Museo è stato luogo di sperimentazione e punto di riferimento per la nuova museologia che a partire dagli anni Settanta del Novecento stimolò nuove strategie di divulgazione scientifica e nuovi criteri espositivi.

Nel 1982, con il progetto Scuola al Museo, si è aperta una lunga stagione di attività didattica, rivolta alla scuola e alle famiglie, che si giova oggi di due grandi laboratori – Paleolab e Biolab- ospitati in strutture già esistenti nei Giardini Pubblici.

Nel 2004 è partito il progetto EST Educare alla Scienza e alla Tecnologia, promosso da Fondazione Cariplo, nel quale il Museo civico di Storia Naturale è capofila insieme al Museo della Scienza e della Tecnologia di una rete di 26 musei scientifici della Lombardia e del Piemonte.


Patrimonio

Il Museo possiede una importante biblioteca specializzata nelle discipline naturalistiche, in storia e filosofia della scienza. Il servizio è aperto al pubblico.

Il materiale scientifico acquisito viene inserito all'interno delle collezioni "generali" delle varie sezioni. I lotti più importanti dal punto di vista scientifico e/o storico possono essere mantenuti separati, per consentirne una più facile consultazione da parte dei ricercatori.

Botanica

COLLEZIONI STORICHE. L'Erbario della Villa Reale di Monza è pervenuto al Museo insieme alle collezioni della Civica Siloteca Cormio nel 1974, mentre le originarie raccolte erbariologiche del Museo, in particolare l'erbario Jan, sono andate completamente distrutte nell'incendio del 1943.

COLLEZIONI ATTUALI. L'erbario è stato ricostituito a partire dal 1969, data della donazione dell'erbario Piazzoli Perroni. Contiene circa 30.000 essiccati di piante vascolari lombarde, italiane, europee, brasiliane, oltre a piccole raccolte di alghe, funghi, licheni, muschi, frutti (carpoteca) e semi (spermoteca). Si tratta di campioni raccolti da vari studiosi, tra i quali Stucchi, Piazzoli Perroni, Sanvisenti, Proux, Banfi, Galasso, Sgorbati e altri. Vanno segnalate inoltre le raccolte della Civica Siloteca "R. Cormio": circa 5.000 tra tavolette di legni sani e di legni con difetti, legnetti dipinti, libretti di Monza, sezioni trasversali e manufatti lignei di diverse epoche.

ESPOSIZIONI. Nelle sale del Museo sono esposti una decina di fogli d'erbario e alcuni piccoli campioni della Siloteca Cormio, nell'ambito di vetrine e diorami tematici.

Mineralogia

COLLEZIONE GENERALE SISTEMATICA comprende circa 14.000 campioni di minerali provenienti da tutto il mondo; le specie minerali rappresentate sono circa 1.500

COLLEZIONE REGIONALE ITALIANA Ordinata con un criterio topografico, comprende circa 25.000 esemplari, molti dei quali facenti parte di collezioni storiche famose come la Collezione Borromeo, la Collezione Mauro, la Collezione Sigismund e la Collezione Scaini.

COLLEZIONI PETROGRAFICHE Divise in collezione sistematica e collezione di rocce ad uso ornamentale, contano un totale di circa 10.000 esemplari. Alla Sezione di Mineralogia appartengono anche una collezione gemmologica con quasi 400 gemme tagliate, una collezione di cristalli artificiali e una ricca collezione di "Tipi delle Specie".

Paleontologia

COLLEZIONI STORICHE. Collezione paleomalacologica di Giovambattista Brocchi; Collezione paleomalacologica Jan- De Cristoforis; Collezione di molluschi e altri invertebrati del Triassico delle Grigne di Antonio Stoppani; Collezione paleobotanica di Ferdinando Sordelli.

COLLEZIONI ATTUALI. Il patrimonio consta di circa 120.000 fossili sia di vegetali che di animali risalenti anche a circa 2 miliardi di anni fa. Da segnalare alcune collezioni relative a faune provenienti da giacimenti a conservazione eccezionale (Konservatt-Lagerstaetten). Tra queste la Collezione del Triassico inferiore del Madagascar. La Collezione del Giurassico inferiore di Osteno (CO), sulle rive del Lago di Lugano. La Collezione del Triassico medio di Besano (VA) contiene un gran numero di specie diverse di pesci e rettili marini che hanno reso celebre in tutto il mondo il giacimento sito in Valceresio. Quasi tutta la collezione è composta di fossili scavati a partire dal 1975. Infine va ricordata la Collezione del Cretacico superiore del Libano.

ESPOSIZIONI. Fra gli esemplari originali ricordiamo un grande carapace di gliptodonte, armadillo gigante del Quaternario dell'Argentina ora estinto; gli scheletri di Askeptosaurus italicus e del grande Besanosaurus leptorhynchus, entrambi rettili del Triassico di Besano (VA); lo scheletro di Lariosaurus balsami, rettile del Triassico di Perledo (LC); uno scheletro completo di Psephoderma alpinum, rettile placodonte del Triassico bergamasco; il resto cranico più completo al mondo del gigantesco dinosauro predatore Spinosaurus aegyptiacus, proveniente dal Cretacico del Marocco e, infine, due scheletri completi di Ursus spelaeus rinvenuti nelle grotte pleistoceniche delle Prealpi lombarde.

Paletnologia

COLLEZIONI STORICHE. Le raccolte ottocentesche vennero cedute nel 1904 al civico Museo Archeologico.

COLLEZIONI ATTUALI. La collezione generale conserva circa 4000 reperti tra manufatti, dal Paleolitico all'Età del Ferro, reperti osteologici e sperimentali. Tra le altre collezioni ricordiamo: la Collezione Maviglia con 800 manufatti dal Paleolitico all'Età del Bronzo e reperti osteologici pleistocenici; i 2000 reperti della Collezione Cornaggia Castiglion di manufatti dal Paleolitico all'Età del Bronzo e riproduzioni e ricostruzioni sperimentali. Vi è poi una piccola raccolta di oggetti di interesse etnografico di varie epoca e provenienza. Si segnala infine una Collezione di calchi di Primati: per la realizzazione dell'esposizione dedicata all'evoluzione dell'uomo, a partire dal 1991 si è costituita una ricchissima collezione di calchi di reperti di ominidi fossili.

Zoologia degli Invertebrati

COLLEZIONI STORICHE. Sono andate distrutte nell'incendio dell'agosto 1943.

COLLEZIONI ATTUALI. Data l'eterogeneità degli invertebrati non insetti, sono organizzate in base alla composizione sistematica. La collezione aracnologica contiene circa 4.500 campioni collettivi conservati in liquido, fra cui i tipi relativi a 112 taxa. Si tratta di ragni in prevalenza europei, ad eccezione di importanti lotti di materiale proveniente dal Karakorum e dal Fezzan. La collezione carcinologica è costituita da crostacei decapodi di tutto il mondo e dalla Collezione di crostacei cirripedi mondiali di Antonio Susini. In tutto ci sono circa 4.000 campioni collettivi conservati prevalentemente in liquido, fra cui 162 tipi relativi a 58 taxa.
La collezione miriapodologica contiene circa 2.500 campioni collettivi conservati in liquido di chilopodi e diplopodi di tutto il mondo, fra i quali 1301 tipi relativi a 139 taxa.
Infine le ricche collezioni malacologiche includono più di 1.000.000 di campioni di molluschi di tutto il mondo, fra i quali 110 tipi relativi a 86 taxa.

ESPOSIZIONI. Tra gli esemplari di maggior pregio si segnalano i granchi giganti del Giappone e l'enorme conchiglia di una tridacna gigante.

Entomologia

COLLEZIONI STORICHE. Le poche collezioni ottocentesche presenti in Museo non sono sopravvissute alla distruzione provocata dalla 2a Guerra Mondiale. Oggi il nucleo storico della collezione generale è formato dal materiale del Museo Entomologico di Duino (1924-1937), composto da circa 500.000 esemplari, soprattutto italiani e mediterranei, con una netta predominanza di coleotteri. Tra le più importanti collezioni definibili come storiche spiccano la Collezione Bezzi di Ditteri e la Collezione Solari di Coleotteri Curculionidi paleartici. E' da segnalare anche la Collezione Lepidotterologica Fiori, composta da esemplari di "microlepidotteri", farfalle spesso minuscole sconosciute ai più. Un cenno infine per due collezioni di odonati (libellule), la Collezione Nielsen e la Collezione Conci.

COLLEZIONI ATTUALI. Affiancano la collezione generale numerose raccolte, sia acquistate dal Museo, sia donate da diversi studiosi o dai loro eredi; in tutto si contano quasi 2.000.000 di esemplari preparati a secco e conservati in scatole entomologiche. Fra le acquisizioni più recenti va menzionata la Collezione Straneo di Coleotteri Carabidi Pterostichini, una delle più importanti al mondo per quel che riguarda questi insetti predatori. Merita di essere ricordata anche per il valore estetico la Collezione Pozzi di Lepidotteri. Dal 2000 sono arrivate in Museo la Collezione Berio di Lepidotteri Nottuidi mondiali e la Collezione Ortotterologica La Greca, contenente soprattutto cavallette, grilli e mantidi, in prevalenza italiani e mediterranei. Nel 2008, infine, è stata acquisita un'imponente raccolta di insetti, in prevalenza coleotteri e lepidotteri di tutto il mondo del padre missionario Carlo Brivio.

ESPOSIZIONI. Gli esemplari provengono dalla collezione generale.

Zoologia dei Vertebrati

COLLEZIONI STORICHE. La Collezione ornitologica Ercole Turati, un tempo comprendente circa 21.000 uccelli, consta attualmente di circa 1700 esemplari superstiti. Delle collezioni di mammiferi si salvarono dall'incendio del 1943 circa 1000 esemplari, tra cui quelli della Collezione Festa (micromammiferi italiani), e alcuni esemplari montati particolarmente preziosi.

COLLEZIONI ATTUALI. Le collezioni sono suddivise a seconda delle classi di appartenenza.
Le collezioni ittiologiche comprendono quasi 4.000 campioni, conservati soprattutto in alcool, di pesci di tutto il mondo, in particolare del Mediterraneo.
Le collezioni erpetologiche includono anfibi e rettili di tutto il mondo, in particolare dell'Italia e delle ex colonie. Vi sono riunite le raccolte di Giuseppe Scortecci, Carlo Vandoni, Alberto Pozzi e Vincenzo Ferri. Il totale ammonta a circa 1.750 campioni di anfibi e 5.000 di rettili conservati soprattutto in alcool.
Le collezioni ornitologiche contengono oltre 36.600 esemplari tassidermizzati e in pelle di uccelli di tutto il mondo, oltre ad un certo numero di uova, in particolare dell'Italia e dell'Africa. Tra le altre vanno ricordate le collezioni di: Edgardo Moltoni, Alfonso Casati, Antonio Duse, Costante Luciani, Mario Simondetti, Carlo Vandoni e Aldo Pazzuconi.
Le collezioni teriologiche, infine, riuniscono in tutto circa 7.500 esemplari in pelle o tassidermizzati di mammiferi di tutto il mondo, in particolare dell'Italia, dell'Africa e del Sud America; vi sono rappresentate le raccolte di Enrico Festa, Camillo Guffanti e Franco Mazzucchelli.

ESPOSIZIONI. Si possono trovare in esposizione esemplari particolarmente preziosi dal punto di vista storico come il quagga e la balenottera comune.


Sede

Museo Civico di Storia Naturale

Dal 1863 il Museo di Storia Naturale risiede all'interno dei Giardini Pubblici di Porta Venezia. Ospitato in un primo tempo a Palazzo Dugnani, sul fronte di Via Manin, fu trasferito in seguito dalla parte opposta, verso Corso Venezia. Subito dopo l'Unità d'Italia si costituì, intorno a quest'area verde, un polo di vecchi e nuovi istituti per l'insegnamento superiore (il Politecnico, il Museo di Storia Naturale, le Scuole di Veterinaria e di Agricoltura, l'Osservatorio Astronomico di Brera), al quale si aggiunsero nel Novecento strutture per la divulgazione scientifica come il Giardino zoologico e il Civico Planetario.

L'attuale sede, progettata appositamente per ospitare il Museo, venne realizzata in due fasi. Nel 1893 fu inaugurata la prima ala mentre i lavori di completamento dell'edificio si concluse nel 1907, grazie alle risorse finanziare del lascito dell'avvocato Teodosio Cottini. Il modello architettonico di riferimento è quello dei grandi musei naturalistici della seconda metà dell'Ottocento (Leida, Londra, Vienna). Il progetto, curato dal punto di vista scientifico da Antonio Stoppani, è firmato dall'architetto Giuseppe Cerutti (1842-1907), responsabile dell'allestimento dell'Esposizione industriale del 1881 e titolare del progetto della Stazione agraria del 1893. Il percorso espositivo si sviluppa lungo il perimetro rettangolare dell'edificio, distribuito su due piani, per un totale di circa 2500 mq. Il corpo centrale, che ospita gli uffici, divide l'area interna in due cortile sui quali si affacciano, nel seminterrato, i locali di deposito delle collezioni e i laboratori per la lavorazione e lo studio degli esemplari. Tra il 2000 e il 2005 sono stati ristrutturati i sottotetti e adibiti a nuovi depositi delle collezioni di zoologia e della biblioteca, ospitata all'ultimo piano dell'edificio.

Serre di Palazzo Dugnani

Completamente ristrutturate nel 2003, le Serre ospitano il Biolab, laboratorio didattico di scienze biologiche.

Il Biolab è costituito da un percorso didattico di ca. 800 mq. Gli exibit sono finalizzati alla sperimentazione dei fenomeni del mondo dei viventi e delle dinamiche dell'ambiente: viaggiare nel corpo umano, scoprire i misteri dell'atmosfera, addentrarsi nei meccanismi dell'evoluzione biologica.

Gabbia dei felini - ex Giardino zoologico

L'edificio ospita dal 2000 il laboratorio didattico Paleolab dedicato alla paleontologia, alla paleontologia umana e alla mineralogia.

Il Paleolab è costituito da due aule attrezzate per l'osservazione di reperti autentici e per attività manipolative come la creazione di calchi. Una terza aula presenta la ricostruzione di un giacimento fossilifero cretacico, dove è possibile simulare uno scavo paleontologico.


Bibliografia

•Conci C., Il centenario di Giorgio Jan (1791-1866) e la fondazione ed il primo sviluppo del Museo Civico di Storia Naturale di Milano, in: "Atti della Società Italiana di Scienze Naturali e Museo Civico di Storia Naturale di Milano", v. 106, 1966
•Il Museo Civico di Storia Naturale di Milano, a cura di C. Conci, Milano, Banca Popolare di Milano, 1978
•Visconti A., I 150 anni del Museo Civico di Storia Naturale di Milano (1838-1988), Pavia, Tip. Fusi, 1988
•Le collezioni del Museo Civico di Storia Naturale di Milano , a cura di M. Leonardi, A. Quaroni, F. Rigato, S. Scali. In: Atti della Società Italiana di Scienze Naturali e del Museo Civico di Storia Naturale di Milano", v. 135, 1994
•Livi P., Il Museo civico di storia naturale tra collezioni, didattica e ricerca sperimentale, in "Milano scientifica (1875-1924). 1. La rete del grande Politecnico. A cura di Elena Canadelli, Milano, Sironi, 2008 (in stampa)


Collegamenti

http://www.lombardiabeniculturali.it/archivi/soggetti-conservatori/MIAA00055B/
http://www.lombardiabeniculturali.it/archivi/soggetti-conservatori/MIAA00055B/?tab=collegamenti

Collegamento alle schede - sezione botanica
Collegamento alle schede - sezione mineralogia
Collegamento alle schede - sezione paleontologia


Ultimo aggiornamento: 29 novembre 2019 [Claudia Corvi]

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