Museo del Violino, Cremona (CR)
Tipologia: museo
Indirizzo: Piazza Marconi, 5 - Cremona (CR)
Ente proprietario: Comune di Cremona
Sito web
Quando, nel 2013, viene inaugurato il Museo del Violino, si realizza finalmente a Cremona un polo culturale dedicato all'arte liutaria, dove non solo si celebra la grandezza del passato, ma si guarda ai successi del presente, proponendo un vero e proprio viaggio nel tempo nel mondo della liuteria fino alla sua storia più recente.
L'allestimento del Museo non si esaurisce nella semplice esposizione dei preziosi materiali ma offre approfondimenti a vari livelli attraverso laboratori didattici, conferenze, mostre, audizioni e concerti tenuti nello splendido auditorium, che vedono protagonisti i capolavori della scuola classica
Profilo storico
E' a partire dal 1937, anno in cui si celebra il bicentenario della morte di Antonio Stradivari con una manifestazione di risonanza nazionale, che rinasce fortemente, attorno alla figura del grande liutaio, il senso di appartenenza della città e il desiderio di recuperare il proprio passato. Già nel 1930 la donazione al Comune di Cremona, da parte del liutaio bolognese Giuseppe Fiorini, di una cospicua collezione di cimeli stradivariani suscita un grande interesse e la collezione è, a quel tempo, esposta in una sala del Museo Civico.
A partire da quegli anni l'attenzione degli amministratori per il mondo della liuteria non è mai venuta meno. Nel 1938 viene fondata la Scuola Internazionale di Liuteria. Nel 1961, con l'acquisto del violino Cremonese di Stradivari, viene inaugurata la raccolta di strumenti della scuola classica cremonese, che conta oggi ben nove esemplari, l'ultimo dei quali, il violoncello Cristiani di Stradivari, è ritornato nella sua città d'origine nel 2005.
Oggi le due collezioni, quella di cimeli stradivariani e quella di strumenti antichi, trovano finalmente la loro naturale collocazione in una sede unica, dopo essere state per tanti anni ospitate in spazi diversi. conservati.
Patrimonio
Consistenza
Sorprendono la ricchezza e la varietà dei materiali che compongono le Civiche Collezioni Liutarie conservate al Museo del Violino.
La collezione dei cimeli stradivariani comprende forme, modelli, disegni, attrezzi appartenuti ad Antonio Stradivari e da lui utilizzati nella sua bottega. I materiali trasmettono una forte impressione della cura, della perizia e della pazienza esercitate dal grande liutaio mentre era al lavoro.
Numerose erano le competenze da mettere in atto: l'abilità manuale nell'uso dei più svariati attrezzi (morsetti, sgorbie, punteruoli, pinze, pialle, lime, graffietti, spessimetri, scalpelli); le conoscenze tecniche nella progettazione delle varie parti di uno strumento (modelli e disegni in carta e cartoncino per manici, ponticelli, ff, tavole armoniche; forme ancora corredate dai blocchetti per le fasce laterali); le capacità artistiche (raffinati disegni per gli intarsi, la decorazione a pennello e a intaglio degli strumenti).
Stupisce anche la varietà degli strumenti che uscivano dalla sua bottega: i documenti non si riferiscono soltanto ai famosi violini, ma anche a viole, viole da gamba, violoncelli, chitarre, liuti, mandole, mandolini e arpe. Non bisogna, poi, dimenticare gli archetti e le cassette di custodia, di cui rimangono i modelli per la ferratura.
Talvolta, è ancora possibile identificare i materiali usati da Stradivari per la costruzione di strumenti particolari. Così è per la forma G, usata per il violino Cremonese del 1715, esposto in museo.
Il corredo, costituito da una forma con relativi blocchetti, dal disegno della parte centrale della tavola armonica e dai modelli in carta delle altre parti dello strumento, servì per la realizzazione della viola tenore del 1690, ancora conservata a Firenze. Infine, si cita il disegno in carta forata usato per la decorazione pittorica delle fasce di un violoncello custodito al Palazzo Reale di Madrid. Due documenti permettono di scoprire il lato umano e privato del grande liutaio cremonese: uno è l'elenco delle spese sostenute per i funerali della prima moglie, Francesca Ferraboschi, da lui firmato in calce, mentre l'altro è una lettera autografa indirizzata a un cliente.
La raccolta di strumenti della scuola classica cremonese si compone di 9 opere dei rappresentanti delle principali famiglie di liutai: Amati, Guarneri e Stradivari: 7 violini, una viola e un violoncello che coprono quasi 200 anni di storia della liuteria antica cremonese. Il più antico è un violino di Andrea Amati del 1566 ca., il Carlo IX, mentre il più recente è un violino di Guarneri del Gesù, lo Stauffer del 1734.
All'interno di questo arco cronologico si situano uno dei primi violini di Stradivari, il Clisbee del 1669, e uno dei più tardi, il Vesuvius del 1727. Fanno parte della raccolta anche i violini Hammerle di Nicolò Amati, Quarestani di Giuseppe Guarneri e Cremonese di Stradivari, una viola di Gerolamo Amati e il violoncello Stauffer di Stradivari.
La raccolta degli strumenti di liuteria moderna si compone principalmente dei due nuclei acquisiti nel 1937, ma vanno segnalate anche due opere di Giuseppe Fiorini, il liutaio che nel 1930 donò alla città la sua collezione di cimeli stradivariani, e una copia del violino Hellier di Stradivari, opera di Simone F. Sacconi, importante figura della recente storia della liuteria, non solo in qualità di liutaio, ma anche di studioso stradivariano. La varietà degli strumenti è notevole: non solo violini, ma anche viole, violoncelli, contrabbassi, chitarre e mandolini, costruiti dai più importanti liutai italiani tra Ottocento e inizi del Novecento.
Storia
La collezione dei cimeli stradivariani è formata principalmente dalle due donazioni Cerani e Fiorini. Quest'ultima, la più consistente, donata nel 1930 al Museo Civico dal liutaio bolognese Giuseppe Fiorini, ha una storia che risale a tempi ben più lontani.
Qualche anno dopo la morte di Stradivari, il figlio Paolo, che non aveva mai abbracciato la professione del padre, vende i materiali ancora presenti nell'ormai inattiva bottega a vari appassionati. Nel 1774, inizia i suoi contatti con Ignazio Alessandro Cozio, conte di Salabue, un nobile piemontese considerato il maggior collezionista di strumenti ad arco e di materiale liutario dei suoi tempi. A lui Paolo vende un cospicuo numero di attrezzi e corredi appartenuti al padre. Alla morte del conte, nel 1840, la sua collezione viene in parte venduta dalla figlia Matilde, in parte ereditata dal marchese Giuseppe Rolando della Valle. Da lui passa al figlio, che, a sua volta, la lascia in eredità alla moglie Paola. E' quest'ultima, nel 1920, a cedere la collezione a Giuseppe Fiorini, che intendeva restituirla alla fruizione collettiva. Nel corso dei successivi dieci anni, Fiorini non riesce, però, a trovare una collocazione adeguata alla sua preziosa raccolta, che viene ovunque rifiutata, anche a causa delle impegnative condizioni da lui poste.
Nel 1930, Fiorini decide di donare i materiali al Museo Civico di Cremona, dove trovano, finalmente,la giusta, ma non definitiva sistemazione. Nel 1956, infatti, l'intera collezione, comprendente entrambe le donazioni Cerani e Fiorini, viene trasferita alla Scuola Internazionale di Liuteria, fondata nel 1938. Da qui è nuovamente trasportata nei locali di Palazzo Affaitati, sede del Museo Civico, dove le vengono assegnate diverse collocazioni temporanee. E' del 2013 il trasferimento al Museo del Violino.
Per quanto riguarda la collezione degli strumenti ad arco, si trovano ora riunite in una unica sede due raccolte le cui vicende sono sempre state tra loro indipendenti.
La prima era nota un tempo come Raccolta degli Archi di Palazzo Comunale e comprende gli strumenti della scuola classica cremonese. La storia della sua lunga formazione inizia nel 1961, quando Alfredo Puerari, direttore del Museo Civico e presidente dell'Ente Provinciale per il Turismo, promuove l'acquisto del primo violino, il Cremonese di Stradivari. Sempre a Puerari si deve l'acquisto, nel 1966, del Carlo IX di Andrea Amati, cui segue, nello stesso anno, il rientro in città dell'Hammerle di Nicolò Amati. Nel 1980 il Centro di Musicologia Walter Stauffer di Cremona acquista e affida in comodato al Comune un violino di Giuseppe Guarneri del Gesù: la felice collaborazione tra le due parti sarà ribadita nel 1996 per una viola di Gerolamo Amati e nel 2005 per il violoncello Stauffer di Stradivari.
Nel 2001 il Comune di Cremona acquista un violino di Giuseppe Guarneri, il Quarestani; nel 2003 la raccolta si arricchisce, grazie a due donazioni, di due opere di Stradivari: il violino Clisbee, donato dai coniugi Axelrod, e il violino Vesuvius lasciato per volontà testamentaria dal violinista Remo Lauricella alla città di Cremona.
La seconda raccolta presente è quella degli strumenti di liuteria moderna dell'ex Museo Stradivariano. Essa è formata principalmente da due nuclei, acquisiti entrambi nel 1937, in occasione delle celebrazioni stradivariane, e che dovevano costituire il Museo di Liuteria Moderna, progetto abbandonato per lo scoppio della II Guerra Mondiale. Si tratta degli strumenti donati dalla Federazione Nazionale dell'Artigianato, fino ad allora conservati presso il conservatorio Cherubini di Firenze e degli strumenti vincitori del Concorso di Liuteria Contemporanea, svoltosi quello stesso anno a Cremona.
Sede
Palazzo dell’Arte
Il Museo ha sede nel Palazzo dell’Arte costruito dall'architetto napoletano Carlo Cocchia per volontà di Roberto Farinacci, esponente del Partito Nazionale Fascista, con l'intento di dotare il Premio Cremona di una sede prestigiosa.
A causa della guerra la manifestazione e i lavori si interrompono e il Palazzo viene ultimato solo nel 1947.
Dopo essere stato utilizzato per scopi militari negli ultimi mesi di guerra, l'edificio ospita, fino agli anni Sessanta, mostre, serate musicali e iniziative benefiche, ma diviene anche stazione di autobus e palestra.
Solo nel 1957 parte del Palazzo riacquista parziale dignità d'uso ospitando la Scuola di Liuteria.
Alla fine del 2009 si decide di iniziare l'intervento di recupero - finanziato dalla Fondazione Arvedi Buschini, insieme al Comune - non solo del palazzo ma anche della piazza antistante, piazza Marconi dove, insieme ai ritrovamenti archeologici di una villa romana, è possibile ammirare le sculture dell'artista albanese Helidon Xhixha e del catalano Jaume Plensa.
Il percorso museale si apre con uno sguardo alle origini del violino. Gli strumenti esposti sono copie o ricostruzioni di strumenti quattrocenteschi o rinascimentali, realizzati dagli studenti della scuola di liuteria e considerati dagli studiosi gli antenati del violino.
E’ possibile ammirare la copia di una violetta con ponticello piatto antecedente il 1463 e la ricostruzione di una rebeca rinascimentale, che con le loro strane forme non avremmo mai accostato all'idea di violino.
Nella seconda sala è allestita una bottega di liutaio: un ambiente fuori dal tempo perché gli attrezzi, gli odori, le tecniche si sono conservati sempre uguali nel corso dei secoli.
In un museo dedicato al violino non poteva poi mancare uno spazio riservato all'ascolto: all'interno di una originale struttura in legno che lo isola dal resto della sala, il visitatore può ascoltare registrazioni storiche di concertisti famosi che suonano strumenti della scuola classica cremonese.
Il percorso riprende alla scoperta delle principali famiglie cremonesi di liutai: Amati, Guarneri, Stradivari, Rugeri e Bergonzi che, tra 1500 e 1700, realizzarono strumenti a corda e ad arco per le corti di tutta Europa, favorendo con la loro fama, la diffusione del violino e dell'arte liutaria in centri anche molto lontani da Cremona.
Lungo una lunga galleria ovattata sono esposti gli strumenti più preziosi, quelli dei grandi maestri cremonesi, che costituiscono una collezione unica al mondo.
Altrettanto unica si può definire l'esposizione degli oltre 700 reperti provenienti dalla bottega di Stradivari: forme, modelli, disegni, attrezzi sono a disposizione della curiosità del visitatore, che li potrà ammirare all'interno di speciali cassetti che li proteggono dall'ambiente esterno.
L'ultima parte del percorso è dedicata alla storia più recente della liuteria: sono qui esposti gli strumenti dei principali maestri tra la fine del 1700 e l'inizio del 1900, quando la liuteria conosce un periodo di decadenza e le botteghe cittadine diminuiscono drasticamente di numero.
A illustrare, invece, la rinascita della liuteria moderna è la collezione permanente di liuteria comtemporanea, che comprende gli strumenti premiati con medaglia d'oro al concorso triennale internazionale degli strumenti ad arco, che si tiene a Cremona dal 1976, prova della vivacità e ottima salute di cui gode attualmente l'arte liutaria.
Un cenno merita la lungimirante iniziativa denominata "Friends of Stradivari", grazie alla quale il museo può ospitare strumenti antichi di scuola cremonese appartenenti a collezionisti privati, i quali cedono temporaneamente il loro bene in comodato, consentendone la fruizione al vasto pubblico.
Il Museo del Violino non si è dimenticato dei suoi visitatori più giovani e ha predisposto per bambini e ragazzi un'ampia proposta di attività, tra visite guidate e laboratori, coordinate da zio Strad, un simpatico personaggio ispirato al celebre liutaio. Le visite e i percorsi tematici sviluppano tracce di approfondimento differenti per età e competenze, alla scoperta dell'affascinante mondo degli strumenti ad arco e dei loro costruttori. Inoltre, apposite installazioni multimediali permettono ai più piccoli di realizzare un percorso suggestivo e coinvolgente, perfettamente a misura di bambino.
Bibliografia
Cacciatori F., Lo scrigno dei tesori, Cremona 2014
Uva, S., Scheda LDC – SIRBeC, 2014
Marino, N. Scheda A/VAL – SIRBeC, 2015
Gigante R., cura redazionale e revisione testi per il web
Collegamenti
Galleria
Ultimo aggiornamento: 23 gennaio 2018 [cm]