Palazzo Besta, Teglio (SO)

Tipologia: museo
Indirizzo: Via Fabio Besta, 1 - Teglio (SO)
Ente proprietario: MIBACT

Immagine

Splendido esempio d'architettura rinascimentale patrizia lombarda, palazzo Besta è testimonianza di un'epoca protesa alla ricerca del bello e dell'amore per la vita. Raccolto attorno al suo cortile, riccamente affrescato da Vincenzo De Barberis (1539 ca.) con scene dell'Eneide di Virgilio, il palazzo conserva al piano nobile numerose sale dipinte, fra le quali spiccano per importanza l'ampio salone d'onore con il ciclo dedicato all'Orlando Furioso, sempre del De' Barberis, e la sala della Creazione, ispirato al racconto della Genesi (XVI sec.).
Il piano terra ospita l'Antiquarium Tellinum, museo archeologico che raccoglie le più antiche espressioni di arte preistorica del territorio di Teglio.


Profilo storico

La presenza della famiglia Besta è documentata a Teglio fin dal XIII secolo. Sembra che la volontà di edificare il palazzo di Teglio su modello dei palazzi delle grandi signorie del tempo sia da attribuire ad Azzo I Besta: è probabile che i lavori siano iniziati attorno al 1490 e proseguiti fino al 1508, anno della sua morte. Azzo II, il figlio, completò la dimora e vi tenne una piccola corte, dove anche grazie alla moglie Agnese Quadrio, donna colta e raffinata, convenivano artisti, letterati e filosofi.
Alla sua ideazione e al completamento dell'apparato decorativo partecipò anche Andrea Guicciardi, patrigno di Azzo II, uomo di cultura e rettore dell'Università di Pavia.

L'articolato progetto decorativo del palazzo si compie tra il terzo e l'ottavo decennio del '500: i cicli più antichi sono certamente gli affreschi del cortile con le storie dell'Eneide, mentre le scene delle Metamorfosi di Ovidio, al secondo piano, vennero eseguite dal bresciano Aragono Aragonio per conto di Carlo I Besta nel 1580.
Il palazzo rimase ai Besta e agli eredi fino al 1726, quando divenne proprietà del console di giustizia Pietro Morelli. Passato ai Parravicini, nel 1879 fu smembrato e ridotto a dimora di campagna. Quando lo Stato lo acquistò nel 1913 era in completa rovina. Interventi conservativi e restauri radicali vennero seguiti dall'architetto Luigi Perrone e interessarono l'intero edificio tra gli anni 1912 e 1927, ulteriori interventi si sono succeduti per tutto il XX secolo.

Il palazzo, museo statale, è aperto al pubblico e nelle sale a piano terra ospita il museo archeologico Antiquarium Tellinum.

 


Patrimonio

Palazzo Besta attrae soprattutto per la bellezza delle sue strutture architettoniche e dei cicli affrescati, che ne fanno una tra le più interessanti residenze rinascimentali delle Alpi. Purtroppo non ci sono giunti gli arredi mobili originali, andati perduti nel corso dei secoli.
La raccolta comprende tutte le decorazioni ad affresco e l'arredo fisso originario, costituito da tre "stüe" ' stanze interamente foderate con boiseries utilizzate come salotto, studiolo o camera da letto -, che arricchiscono i vari ambienti del palazzo.

Dell'esposizione fanno parte anche materiali non provenienti dal palazzo: alcune sale sono arredate con mobili d'epoca e quadri giunti dai depositi della Soprintendenza o grazie a donazioni private, di particolare interesse una piccola e antica stüa allestita al secondo piano proviene da una casa di Ponte in Valtellina. Estranei al palazzo sono pure due cicli affrescati staccati che vanno a costituire la "stanza del falcone" (primo decennio sec. XV) e la "camera picta di Traona" (1534). Al piano nobile, negli spazi un tempo usati come cucina e dispensa, è esposta una piccola sezione etnografica con oggetti della vita quotidiana del mondo contadino di montagna.

Una interessante raccolta di materiale archeologico è accolta in alcune sale del pianoterra nell' "Antiquatrium tellinum"e comprende reperti rinvenuti a partire dal 1940 nel complesso collinare del comune di Teglio che datano dall' III millennio a.C. fino alla romanizzazione. Simbolo della collezione è una bellissima stele dell'età del rame, spesso associata alla simbologia della "dea madre".

 


Sede

Palazzo Besta è un museo sui generis per la varietà delle opere che racchiude al suo interno: interessanti stüe (tipiche stanze rivestite in legno), arredi d'epoca, affreschi cinquecenteschi (in parte originali ed in parte ricollocati), una notevole raccolta archeologica ed una piccola sezione etnografica; ma si apprezza soprattutto quale splendido esempio di dimora cinquecentesca.
Ubicato appena fuori dal centro storico, il palazzo è raccolto intorno al cortile quadrato con portico e loggiato ed è circondato su tre lati da un ampio giardino chiuso da un muro.

La facciata principale, divisa in due piani da un'alta fascia decorata a rombi, mostra nei timpani delle finestre dei tondi dipinti con profili di uomini illustri mentre nelle lunette del sottogronda sono affrescati stemmi di casati valtellinesi. Si accede all'androne voltato da un ampio portale cinquecentesco in marmo bianco. Il cortile quadrato, di perfetta simmetria e regolarità, è il cuore della casa: una fascia decorata a grottesche e medaglioni che racchiudono ritratti di personaggi abbigliati all'antica separa i primi due piani, mentre sull'intera parete del loggiato superiore, con un'insolita soluzione a fascia narrativa continua, sono affrescate a monocromo le storie dall'Eneide, opera di Vincenzo De' Barberis (prima metà XVI sec.).

Una scala porta al piano nobile dove si allineano numerose sale affrescate, fra le quali spiccano per importanza il grande salone d'onore con il ciclo delle storie dell'Orlando Furioso, sempre del De' Barberis, e la sala della Creazione, con il ciclo ispirato alla Genesi, che si adatta perfettamente alla struttura della volta e con un'interessante rappresentazione di un mappamondo (XVI sec.). Alle sale decorate si alternano le caratteristiche stüe valtellinesi.
La campagna decorativa del palazzo proseguì nei decenni successivi, per volontà di Carlo i Besta, figlio di Azzo II, intorno al 1580.

 


Bibliografia

Credits
Ginevra Menani De Veszelka, Elena Ballarino, Scheda SIRBeC LDC/VAL 2011, 2014
Silvia Perlini, Scheda SIRBeC/COL 2014
Alessandra Vertechy - Cura redazionale e revisione testi per il web


Collegamenti

Raccolte di Palazzo Besta


Galleria


Ultimo aggiornamento: 9 marzo 2018 [cm]

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