Aldo Carpi

Profilo biografico

Aldo Carpi nasce a Milano nel 1886. Si appassiona alla pittura fin da bambino. Una volta conseguita la maturità classica decide di iscriversi all’Accademia di Brera dove si diploma e dopo solo due anni espone i suoi quadri alla Biennale di Venezia. Allo scoppio della Prima guerra mondiale si presenta come volontario e viene mandato in Albania, al rientro da un congedo sposa Maria Arpesani. Finita la guerra si dedica alla sua attività di pittore. Nel 1930 gli viene assegnata la cattedra di pittura all’Accademia di Brera e inizia così la sua attività di didattica.

Nel gennaio del 1944 a Mondonico, un piccolo paese della Brianza, dove è sfollato, con la moglie Maria e i sei figli: Fiorenzo, Pinin, Giovanna, Cioni, Paolo e Piero, viene arrestato dai fascisti per delazione di un collega, è portato a San Vittore e successivamente deportato a Mauthausen, infine, a Gusen. In casa, quando arrivano i fascisti, ci sono la figlia Giovanna, il figlio Piero di tredici anni e due partigiani di Lodi. Dei sei figli, Paolo sarà catturato nel luglio del ’44 dalle SS. Portato prima a Flossenbürg e successivamente nel campo di sterminio di Gross-Rosen, sarà ucciso dai nazisti a diciasette anni.

Aldo Carpi, messo prima a lavorare nelle cave, a caricare blocchi di pietre su un treno, sarebbe sicuramente morto se non fosse stato per il suo talento di pittore, scoperto da un aguzzino del campo che gli chiese un ritratto da mandare ai famigliari. Ne seguirono tantissimi altri ai figli degli ufficiali, alle mogli, alle fidanzate, prendendo sempre per modello una fotografia. Grazie a questa attività artistica, Carpi potè lavorare in un ambiente chiuso, relativamente caldo, guadagnandosi qualche zuppa e altro cibo, che provvedeva a distribuire anche ad altri prigionieri. Atto di grande coraggio il suo diario, che riuscì a scrivere durante la prigionia a costo di essere scoperto e ucciso, pubblicato nel 1971 da Garzanti col titolo Diario di Gusen.

Liberato nel 1945, ritorna a Milano ed è eletto per acclamazione direttore dell’Accademia di Belle Arti. Nel 1972 viene organizzata una sua grande mostra antologica a Milano, curata da Mario De Micheli, in cui sono esposti i disegni editi e inediti, eseguiti durante la prigionia e realizzati a memoria dopo il rientro in patria.

Aldo Carpi muore a Milano nel marzo 1973.

Disegni

“Volevo dire ieri che la poesia è preghiera, che il poeta non si distrae mai dalla poesia e perciò è sempre in stato di preghiera. Così è per ogni artista. È un mistero questo, ma dei più belli, e Dio sa cos’è un artista. Maria, tu capisci queste cose ed io non mi dilungo, e nemmeno potrei perché le possibilità della mia mente, qui, sono limitate e ogni sforzo mi stanca […]” (dal Diario di Gusen, 8 marzo 1945)

“Era solo, disteso sul pavimento della stanza vuota, e Cristo moriva con lui. E io mi sentii vile nell’anima davanti a lui”. (Aldo Carpi, Diario di Gusen, Garzanti, 1971)

Fig. 1.3.3 – Riproduzioni di disegni di Aldo Carpi. Cadaveri nel campo di concentramento di Gusen

   

Fig. 2.3.3 – Riproduzioni di disegni di Aldo Carpi

“Poveri uomini. Talora parrebbe che non siano troppo intelligenti, nel loro complesso, perché non sanno che accapigliarsi, uccidere, desiderare e volere ciò che non appartiene loro e che pure potrebbero godere solo che usassero le loro facoltà di “Homo sapiens”. Oppure è proprio il destino che porta questi grandi periodi di distruzioni e di torture perché l’uomo possa raggiungere un’unità e maturità di spirito? Può essere? In questo caso la volontà dell’uomo sarebbe secondaria e la ragione e l’anima farebbero difetto. […] Maria, scrivo per te queste cose. […] Penso a te e ai miei sei […]” (cit. Diario di Gusen, 8 marzo 1945)

Fig. 3.3.3 – Riproduzioni di disegni di Aldo Carpi

Ultimo aggiornamento: 15 Settembre 2022 [Anna Grazia Pompa]