Centri e luoghi dell’arte contemporanea in Lombardia
“L’arte non sopporta teorie, generi, stile. È un discorso spontaneo, misterioso ma fatale, come lo svolgersi della nascita nel grembo materno, una facoltà naturale eterna che stupisce per la semplicità di ripetersi nel tempo come il filo d’erba”. Arturo Martini
Questo percorso riprende un censimento promosso da Regione Lombardia nel 2011 e contenuto nel DVD Centri e luoghi dell’arte contemporanea in Lombardia a cura di Remo Giatti.
La ricerca condotta ha rivelato una fecondità culturale, a cavallo degli anni Sessanta e Settanta, che ha fatto della Lombardia e di Milano un crogiolo creativo tra i più significativi in Europa.
In Lombardia e nella vastissima area metropolitana milanese si addensa e gravitano un gran numero di centri e luoghi dell’arte contemporanea: designers (architettura, interior, industrial, visual, fashion, ecc.), case di moda, aziende di produzione, fiere e case d’asta, gallerie.
Milano si pone al primo posto a livello nazionale per il mercato dell’arte, l’editoria specializzata, gli incontri arte-letteratura, i centri internazionali di fotografia, le stamperie d’arte prestigiose, le accademie e scuole pubbliche e private di arti plastiche e figurative.
Un ambiente caratterizzato da un’espressività artistica assai variegata ma sempre attenta al sapere artigianale – di altissimo livello, tipico della tradizione lombarda – rivolta ai materiali e alle tecniche utilizzate come mezzo di comunicazione capace di grande innovazione: lo “spazialista” Lucio Fontana e il “duchampiano” Piero Manzoni.
I movimenti artistici che nel corso del ‘900 hanno interessato Milano e la Lombardia sono numerosi: Corrente (1939), Fronte nuovo delle arti (1946), Manifiesto Blanco-Fontana (1946), Manifesto del realismo-oltre Guernica (1946), Gruppo di Como (1932), Primo manifesto Arte spaziale (1947), Secondo-Fontana/Dova (1948), gli Otto (1949), Dangelo/Baj, Arte nucleare (1951), Terzo, quarto e quinto manifesto dello spazialismo, Mac (1948), Manifesto contro lo stile-gruppo 58, Gruppo T (1959), Azimuth (1959), Manifesto del nouveau réalisme (1960), Gruppo Milano 61 (Bonalumi, Castellani, Dadamaino, Manzoni), Fluxus (1963-64), Gruppo Mid (1964), Pittura-oggetto (Fontana-Bonalumi-Castellani, Scheggi-Manzoni (1966).
In anni più recenti : Situazionismo, Cinetismo, Arte povera (1967), Arte concettuale, Land Art e Videotapes (1969), “Arte e Video Multivision” (1975), Transavanguardia (1979), Anacronisti(1984).
Molti artisti legati a questa serie di movimenti sono stati o sono protagonisti assoluti della scultura e della pittura italiana del secondo novecento, dal 1945 anno di avvio di un nuovo momento storico alimentato a Milano dall’incontro di artisti dalle diverse provenienze geografiche e culturali.
Inoltre in Lombardia hanno gravitato moltissimi artisti non rientranti in alcun movimento, outsiders solitari e indipendenti.
Gli anni che vanno dal 1954 sino agli inizi degli anni ’70 sono stati definiti ‘età dell’oro’ per aver prodotto l’espressione più elevata della ‘italian line’, quel rapporto tra arte e produzione che determinò lo svilupparsi della figura dell’ architetto-artista-designer .
In quel clima si instaura un nuovo felice rapporto tra industria, arte e progettazione (Kartell, Cassina, Danese, Zucchi) ma è anche doveroso ricordare il fondamentale lavoro e l’intelligente progettualità e lungimiranza della Triennale di Milano, dal 1933 in avanti.
Per citare un esempio, la piccola bottiglia del Campari soda è opera creativa dell’artista Fortunato Depero, risalente al 1930 e tuttora in produzione: quasi simbolicamente ad essa si può ricollegare l’apertura della Galleria Campari, con allestimenti innovativi, nel 2010 a Sesto San Giovanni.
Così come l’autore del progetto delle mitiche automobili francesi Citroen Due cavalline DS è l’artista-scultore varesino Flaminio Bertoni, di cui il Museo Bertoni oggi recupera l’opera poliedrica.
In quegli anni crebbero grandi personalità dotate di intuizione e determinazione progettuale – unite a espressività artistica – che qui non possono essere affrontate in poche righe per l’immensa attività: si pensi a Franco Albini, pioniere del design e maestro della museografia, architetto totale in grado di progettare ‘dal cucchiaio alla città’, ai fratelli Castiglioni, al ‘realizzatore’ Giovanni Sacchi (con specifico Archivio Museo a Sesto San Giovanni e con la collezione di modelli lignei acquisita da Regione Lombardia).
La nascita nel 1954 del premio “Compasso d’Oro” – Fondazione ADI Collezione Compasso d’Oro – segnò un momento storico di grande rilevanza e di stimolo e determinò di fatto nuovi orizzonti; artisti che si cimentarono con le nuove opportunità espressive sono Bruno Munari, Marcello Nizzoli, artista-grafico, e Gianni Dova che ebbero riconoscimenti nelle prime due edizioni (1954-55).
Tra i protagonisti di quella stagione creativa figura chiave fu Giò Ponti, per la complessità di settori di cui si occupò: dalle piccole decorazioni alle ceramiche e all’oggettistica, alle grandi decorazioni navali – con la collaborazione tra l’altro di importanti autori come Piero Fornasetti e Luca Crippa, Mario Negri, già critico d’arte a Domus e poi grande scultore.
Ponti diresse con linea di pensiero moderna le riviste Domus (1928) e Stile (1941) che contribuirono alla formazione del design made in Italy ed è notissimo anche per avere creato lo styling sempre attuale del Grattacielo Pirelli – voluto dall’imprenditore illuminato Alberto Pirelli e realizzato dallo strutturista Pierluigi Nervi, il “poeta” del cemento armato.
Quanto alle origini delle istituzioni lombarde, alcune sono nate dal collezionismo lungimirante o sulle orme di un premio divenuto sempre più importante; altre dall’attenzione a valorizzare l’opera di alcuni artisti per evitare la possibile dispersione di un corpus significativo della loro produzione, con la costituzione di un archivio. Ma anche esistono realtà del tutto nuove, come spazi open-air oltre a nuovi spazi-collezione.
Milano e la Lombardia hanno un grande elemento di forza nella vitalità, anche in forme decentrate, di musei e raccolte pubbliche e private ma anche nelle fondazioni, nelle associazioni attive nell’ambito anche giovanile dell’arte contemporanea: dalla videoarte ai cosiddetti nuovi linguaggi – computer graphics e grafiche d’arte digitali, installazioni ottiche ambientali, videoinstallazioni, videoproiezioni, videoproduzioni multimediali, azioni artistiche in internet, nuovi happenings, Net.Art – e ancora alle opere dei metropolitani-writers e ad altre esperienze ancora da scoprire.
L’attenzione di questo censimento è rivolta anche a questi linguaggi che utilizzano le tecnologie in modo trasversale, come esperienza collettiva da condividere e in cui potersi riconoscere e rispecchiarsi, anche “in modo comportamentale”, avvicinandosi al linguaggio cinematografico.
Esperienze simili nascono negli anni ’60 e nella Milano di oggi sono oggi presenti centri di riconosciuta professionalità a scala mondiale (Studio Azzurro per esempio).
Questi movimenti sono stati videodocumentati sin dagli anni ’60 e sono storicizzati-catalogati nel Museo-Videoteca Giaccari di Varese, (altra importante novità censita da questa ricerca).
Il percorso proposto quindi censisce i musei e raccolte d’arte moderna e contemporanea in Lombardia ma comprende anche fondazioni e associazioni di rilevante interesse artistico e culturale che svolgono attività di studio, ricerca e documentazione, di acquisto, manutenzione e restauro di beni artistici contemporanei, che attuano iniziative e manifestazioni nei campi dell’arte e del collezionismo, che promuovono e organizzano convegni, seminari, mostre, esposizioni ed ogni genere di attività collaterali, centri d’arte contemporanea, spazi espositivi con collezioni fruibili; archivi del moderno e del contemporaneo che hanno lo scopo di documentare, valorizzare e promuovere l’opera di maestri del design legato all’arte, open air , “parchi-museo di scultura”, “musei a cielo aperto” “parchi d’arte contemporanea” e “giardini d’artista” dove l’intervento artistico è in site-specific, cioè realizzato espressamente per il luogo individuato; videoteche specializzate nella documentazione e promozione della video arte e dei nuovi linguaggi ( compresi gli archivi di arte-video-poesia); infine archivi degli artisti di fondi, donazioni e depositi in varie forme, pubbliche, private o presso enti o gallerie.
Ci sono poi settori emersi dalla ricerca e di cui non ci si è potuti per ora occupare, come le collezioni d’arte delle banche e soprattutto delle fondazioni bancarie; le opere d’arte e i monumenti nelle piazze, le opere nei parchi o all’interno di edifici pubblici e privati, gli archivi legati all’attività di importanti e storiche Gallerie: Apollinaire, del Milione, delle Ore, Barbaroux, il Naviglio, Schwarz, ecc. o di Premi, es. Biennale di Milano, Triennale dell’Incisione italiana, ecc.).
Ultimo aggiornamento: 19 Giugno 2017 [cm]