L’ostensorio in argento del 1698
In Valchiavenna fiorirono una serie di famiglie illustri, i cui esponenti si distinsero nei diversi ambiti della società civile e religiosa. Tra queste sono da annoverare i Giani, casata originaria della Val Codera ma presto stabilitasi a Novate Mezzola. Essa vanta una nobile e antica origine, ma divenne famosa nella seconda metà del Seicento.
I Giani ricoprirono incarichi amministrativi e ecclesiastici di primo piano ed ebbero rapporti commerciali ad ampio raggio, specializzandosi nell’attività di spedizionieri. Tra le personalità più ragguardevoli, vi è Francesco Parisio Giani (Novate Mezzola, 1641 – Vienna, 1702), che, dopo essersi laureato in “utroque iure” all’università di Parma, si trasferì a Vienna dove, l’11 giugno 1678, l’imperatore Leopoldo I d’Asburgo lo nominò prevosto di San Michele Arcangelo a Csorna e vescovo di Sirmio.
Il Giani, che risiedette principalmente nella capitale austriaca, in quanto Sirmio era all’epoca diocesi “in partibus infidelium”, si distinse per il suo mecenatismo nei confronti delle chiese della Valchiavenna.
Finanziò ad esempio la riqualificazione e la decorazione della parrocchiale di Novate, intervenne nella chiesa di Santa Maria in Borgonuovo a Chiavenna e, sempre a Chiavenna, sponsorizzò la costruzione del quadriportico davanti alla collegiata (1697 – 1699) e della scalinata di accesso al santuario di Loreto.
Al suo mecenatismo si devono due opere esposte nel Museo del Tesoro di Chiavenna di probabile provenienza viennese. Una è un notevole ostensorio in argento del 1698, caratterizzato da un’imponente raggera formata da raggi lanceolati che fanno da sfondo alle immagini di Dio Padre, della Madonna e di Angioletti con simboli della Passione. L’altro donativo è un prezioso calice sbalzato e cesellato con volute, fogliami e teste di angioletto.
Ultimo aggiornamento: 4 Settembre 2019 [cm]