Chiesa di Sant’Ambrogio a Sulbiate Inferiore
La chiesa di Sant’Ambrogio a Sulbiate Inferiore era annessa a un antico convento di monache benedettine eretto con autorizzazione papale intorno all’anno Mille e soppresso, sempre con bolla del pontefice, nel 1492.
Dopo numerosi passaggi di proprietà la chiesa fu acquistata nel 1933 per 3.500 lire dal parroco Pietro Mandelli, che pochi anni dopo fece edificare l’attuale facciata con profilo a capanna e due ingressi, sormontati da oculi inquadrati da specchiature ogivali e file di archetti ciechi nel sottogronda. In tale occasione egli fece rifare il tetto della piccola navata e la copertura absidale.
L’edificio è da ascriversi alla prima metà del XII secolo ed oggi la struttura originaria appare fortemente manomessa dagli interventi che lo coinvolsero già alla fine dell’epoca medioevale. Delle sue origini romaniche, infatti, rimane testimonianza solo nel corpo orientale. La parte conclusiva della chiesa fu infatti probabilmente deolita all’inizio del Seicento in seguito alla visita apostolica di San Carlo Borromeo.
L’edificio è scandito sui fianchi, coincidenti all’antico presbiterio, da coppie di possenti contrafforti in conci di pietra di taglio abbastanza regolare e di dimensioni differenti che inquadrano specchiature la cui tessitura muraria è realizzata con conci di pietra di piccola pezzatura, materiale di risulta, scarti di cava, piccoli conci di pietra rozzamente tagliati e materiale laterizio disposti in file orizzontali e a spina pesce.
Sul fianco settentrionale si trova un antico accesso oggi tamponato e su quello meridionale è collocata una monofora strombata. La decorazione del sottogronda è andata perduta a causa dell’innalzamento delle pareti.
L’abside è realizzata con gli stessi conci di pietra dei contrafforti ed è scandita da sottili lesene a sezione torica che la ripartiscono in cinque specchiature, all’interno delle quali si aprono tre piccole monofore che sorreggono un’elegante cornice di archetti ciechi intrecciati in cotto.
Decorazione pittorica e scultorea
La cornice di archetti ciechi che decora la parete esterna del catino absidale è sostenuta da peducci in pietra scolpiti, tra i quali si identificano una testa antropomorfa, sommariamente sbozzata e in non perfetto stato di conservazione, un fiore quadripetalo, un cilindretto disposto in orizzontale, una testa bovina e un’aquila.
La spalla della monofora absidale settentrionale è arricchita da un bassorilievo raffigurante un uccello in volo di difficile datazione.
Sul contrafforte sud occidentale è inserita una mensola scolpita con un uccello, un mostro marino e un leone (l’identificazione è resa critica dalla consunzione della pietra), questi ultimi caratterizzati da un forte aggetto. La tipologia dei rilievi e i soggetti appartengono alla produzione lombarda della prima metà del XII secolo.
All’interno della chiesa, a navata unica, sono conservati affreschi eseguiti tra la fine del XIII secolo e la prima metà del XV restaurati nel 2013, tra i quali una Madonna in trono con Sante e donatrice, San Giorgio che uccide il drago (sulla parete settentrionale in prossimità dell’accesso tamponato) e una teoria di Santi (Sant’Antonio Abate, Sant’Ambrogio e San Giovanni Battista) collocati sulla parete meridionale. Nell’abside spiccano la Virgo lactans e una teoria di Sante.
Ultimo aggiornamento: 2 Febbraio 2016 [cm]