La chiesa del Santo Sepolcro e Santa Maria Maddalena di Camuzzago
La chiesa intitolata al Santo Sepolcro e a Santa Maria Maddalena (altre volte Oratorio di Santa Maria Maddalena) sorge oggi in posizione leggermente sopraelevata e all’ingresso del piccolo agglomerato di case di Camuzzago (comune di Bellusco) sulla strada di collegamento tra Vimercate e Trezzo.
L’edificio anticamente era annesso a un monastero la cui prima citazione documentaria risale al 1163 (monasterium sancti sepulcri cumizago), mentre la fondazione della chiesa potrebbe ascriversi al 1152 sulla base delle memorie scritte dall’ultimo priore del monastero Luca de’ Marliani intorno alla fine del XV secolo, datazione che trova conferma anche nell’iscrizione posta sopra il portale d’ingresso nella controfacciata.
L’oratorio, che appartiene all’aggregato rurale di Camuzzago, sarebbe stato eretto grazie al lascito testamentario di Giovanni Secchi in favore dei Canonici del Santo Sepolcro, ordine religioso regolare che seguiva la regola di Sant’Agostino. Il monastero di Camuzzago fu annesso nel 1478 al monastero benedettino di San Pietro in Gessate, cui fece seguito un periodo di ripresa economica che portò al recupero degli edifici stessi (a quel periodo risalirebbero gli affreschi del presbiterio e dell’abside attribuiti a Bernardino Butinone che riguardano la vita di Santa Maria Maddalena).
Il monastero venne soppresso nel 1772 e nel 1893 l’intero complesso venne acquistato dalla nobildonna Paolina Radice Casanova.
A seguito della soppressione e della conseguente trasformazione a borgo prettamente agricolo con presenza di numerosi affittuari, l’attenzione per la chiesa e i suoi pregevoli affreschi venne parzialmente meno. La manutenzione dell’oratorio, infatti, fu affidata ai fittavoli che dovevano provvedere all’esecuzione di tutti i lavori che si rendevano neccessari. Malgrado l’affezione al luogo nella prima metà dell’Ottocento si registrò il crollo di una parte significativa della volta della navata centrale.
Nel corso del XIX secolo furono apportate anche alcune piccole modifiche all’impianto monastico per adattare il complesso alle nuove funzioni. Come ha giustamente affermato l’architetto Rossella Moiolo, dunque, “rispetto alle ultime descrizioni ottocentesche si osservano le tracce di modifiche negli accessi del corpo scala posto nell’angolo a sud est tra la chiesa e la casa del fittabile e la chiusura del passaggio nella navata meridionale verso la casa del Cappellano”
La facciata della chiesa e gli elementi decorativi
L’edificio risulta fortemente manomesso dagli interventi che ne hanno alterato l’aspetto originario. La facciata è priva di partiture architettoniche, al centro vi si aprono un portale moderno e, in corrispondenza di esso poco sotto gli spioventi del tetto, un grosso oculo con cornice laterizia affiancato da due aperture poligonali.
Se la tessitura muraria, in materiale di risulta, che appare organizzata in file ordinate a spina pesce con abbondante legante stilato a cazzuola, testimonia l’origine romanica dell’edificio, il portale, gli oculi, le finestre sui fianchi e l’andamento attuale degli spioventi del tetto sono frutto di un intervento successivo che ha portato all’innalzamento dell’edificio.
I fianchi della chiesa sono privi di partiture architettoniche, le finestre moderne sono sovrascritte a quelle antiche (di cui rimane una labile traccia) e presentano medesima tessitura muraria della facciata e dell’abside. Anche il corpo orientale è stato oggetto di interventi architettonici che ne hanno manomesso la struttura originaria, con la probabile perdita delle absidi laterali, che dovevano affiancarsi a quella che ancora sopravvive. Quest’ultima presenta alcuni elementi decorativi significativi costituiti da archetti ciechi e da lesene.
Nell’apparato murario si rintracciano ancora parte delle monofore originarie. La chiesa internamente era ripartita in tre navate scandite da possenti pilastri in quattro campate e coperte probabilmente a crociera.
La robusta torre campanaria, edificata in epoca successiva impiegando elementi in laterizio, si innalza sulla navata centrale e si apre sui quattro lati grazie ad ampie monofore.
La chiesa al suo interno conserva un elaborato complesso decorativo affidato a pitture parietali di evidente epoca non romanica che risalgono a differenti momenti della storia dell’edificio. Le pitture absidali, ad esempio, furono eseguite nel primo quarto del XVI secolo, mentre le decorazione geometriche e floreali parietali e quelle presenti nella copertura risalgono al primo quarto del XX secolo.
Ultimo aggiornamento: 2 Febbraio 2016 [cm]