III Cappella – Natività
Salendo alcune rampe di gradini in acciottolato si raggiunge la terza cappella, di forma quadrangolare scandita, all’esterno, da quattro lesene con basi e capitelli in pietra. La porta d’ingresso centrale, con cornice e architrave in pietra, è affiancata da due finestre quadrangolari, con inferriata e cornice in pietra, dalle quali si può ammirare la scena della Natività rappresentata all’interno della cappella e che comprende nove statue in terracotta di figure umane, sei angeli e cinque animali.
Non è nota la data di costruzione dell’edificio probabilmente completato entro la metà del Seicento.
Su una parete della cappella vi è una targa metallica che ricorda i restauri eseguiti nel 1935 da Silvestro Marmori.
La Natività
Sotto il tetto della capanna è collocata la Sacra Famiglia, che è in parte realizzata in legno nella copertura e in parte semplicemente dipinta sulla parete di fondo per le murature in mattoni.
Gli anonimi autori degli appararti decorativi crearono alcuni particolari effetti scenografici giocando sulla compenetrazione degli oggetti e impiegando tecniche esecutive profondamente differenti.
Fulcro della scena è la mangiatoia in cui è collocato il Gesù Bambino in fasce, attorniato dalla Madonna e da S. Giuseppe, entrambi inginocchiati, e dai pastori in contemplazione. In secondo piano, dietro la mangiatoia, vi sono le figure del bue e dell’asino, sul lato destro due pastori con due pecore, e un altro pastore intento a suonare una zampogna ed un cane, e infine sul lato sinistro altri tre pastori uno dei quali suona un flauto.
La struttura lignea crea una separazione tra i personaggi afferenti alla sfera celeste e gli uomini. I primi sono anche suddivisi in due distinti gruppi di tre angeli ciascuno.
Appoggiati al cornicione trovano posto due piccoli angeli semivestiti, coperti solamente da un panno svolazzante. Al centro della parete, all’imposta delle capriate lignee, altri tre angeli reggono tra le mani un cartiglio con l’iscrizione Et in terra pax hominibus.
Al centro della capanna, che in adesione ai dettami della tradizione presepistica, diviene un rudere che simbolicamente indica il superamento del Vecchio Testamento a favore del Nuovo Testamento, gli artisti inserirono un grande angelo con le braccia spalancate che sovrasta un cartiglio con l’iscrizione Gloria in excelsis Deo.
Nell’angolo destro della parete di fondo del dipinto si scorge una figura di angelo che annuncia l’evento ai pastori.
L’edificio fu edificato tra il 1623 e presumibilmente il 1635, in un periodo storico verosimilmente analogo a quello che interessò la cappella della Visitazione. Come questa anche la cappella della Natività fu edificata e decorata, con ogni probabilità, a spese del Santuario. Alcuni storici concordano nel proporre il nome del Prestinari come modellatore delle statue.
Questa ipotesi si fonderebbe su alcuni parallelismi possibili con l’analoga cappella realizzata per il Sacro Monte di Varese. In questo caso la datazione delle sculture di Ossuccio sarebbe da ascrivere alla maturità del Prestinari, morto a Milano nel 1623. L’attribuzione proposta, dunque, sposterebbe anche il periodo di edificazione della cappella che, se mantenuta, escluderebbe l’intervento diretto dello scultore impegnato nel cantiere del Duomo di Milano e, a partire dal 1600, nei Sacri Monte di Orta e di Varese.
Sebbene decorativamente molto elaborata, con particolari impossibili da notare ad una semplice visione d’insieme o ad una ricognizione superficiale, le sculture di Ossuccio mostrano una certa rigidità nel modellato che risulta completamente assente nelle più tarde realizzazione del Sacro Monte di Domodossola e nel Sacro Monte di Varallo eseguite da Dionigi Bussola.
Le difficoltà attributive riscontrate nel definire gli autori delle statue della terza cappella si amplificano ulteriormente se ci si riferisce all’apparato pittorico che, in questo volume quadrangolare, sono caratterizzate da una certa semplicità esecutiva.
Ultimo aggiornamento: 28 Giugno 2017 [cm]